Air France, ma quale Alitalia: è la compagnia transalpina il vero buco nero Ue
In meno di 2 anni, il vettore francese che sono nel 2008 doveva salvare l'Alitalia è ricorso a 10,4 miliardi di aiuti pubblici e 2 ricapitalizzazioni da 8 mld
La lunga crisi di Air France iniziata ben prima della pandemia...
Soltanto nel 2008, se non fosse intervenuta la chiamata alle armi da parte di Silvio Berlusconi dei venti capitani coraggiosi dell’imprenditoria italiana, la solidissima Air France avrebbe dovuto salvare la disastrata Alitalia. E ora, dopo la terribile concorrenza nei cieli delle low cost e interna su rotaia del Tgv che hanno generato forti tagli occupazionali (emblematica nel 2015 la foto del capo del personale Xavier Broseta - sotto - in fuga a petto nudo con al collo solo la cravatta per evitare di esser linciato) e il ko tecnico della pandemia, in una crisi nera, pare senza fine, c’è finita invece proprio Air France-Klm.
L'ex capo delle risorse umane di Air France Xavier Broseta
I quasi due anni di Covid, lo stop più grave per il settore aereo mondiale con la ripetuta messa a terra degli aerei e il taglio ai voli, hanno portato, nell'ordine, in dote: nel primo semestre del 2020 10,4 miliardi di prestiti (fra finanziamenti diretti dello Stato francese e olandese e fidi con garanzie pubbliche al 90%), un aumento di capitale da 4 miliardi (conversione del prestito soci pubblico da tre miliardi e una nuova iniezione di denaro fresco per un miliardo) nel 2021 e ora una nuova ricapitalizzazione fino a 4 miliardi di euro per rimborsare i prestiti statali (gli esecutivi di Parigi e Amsterdam sono i principali azionisti del vettore) ottenuti durante la piaga del Coronavirus.
La scelta segue un nuovo anno disastroso dal punto di vista dei conti per l'ex colosso dei cieli franco-olandese: il bilancio si è chiuso nuovamente in perdita a 3,3 miliardi di euro, sia pure dimezzata rispetto ai 7,1 miliardi del 2020, su ricavi in crescita del 29% sul 2020 (l'anno nero dei lockdown) a 14,3 miliardi, ma ancora distantissimi dai 27,2 miliardi del 2019, prima cioè che la pandemia lasciasse a terra per mesi l'intero settore aereo.
Il presidente francese Emmanuel Macron
La ricapitalizzazione comprenderà un aumento di capitale, come pure un'emissione di strumenti quasi-equity come obbligazioni semplici o convertibili perpetue e altre misure, incluso un progetto di rifinanziamento di attività per un importo fino a 500 milioni di euro. Lo Stato francese, che detiene il 28,6% del capitale, nello scorso aprile ha convertito in quasi-equity i tre miliardi di prestiti e partecipato al primo aumento di capitale di un miliardo di euro.
Il gruppo non ha fornito dettagli sulle condizioni o il calendario della nuova ricapitalizzazione, ma numeri e prospettive hanno messo a gambe levate gli investitori: anche il titolo Air France-Klm ha chiuso la seduta in Borsa con un rosso del 7,6%.
“Air France-Klm vuole restare flessibile sulla struttura di queste transazioni come pure sulla loro sequenza e sull'importo di ciascun strumento, in funzione delle condizioni di mercato”, ha spiegato il vettore aereo che ha aggiunto di voler rimborsare “appena possibile” gli aiuti governativi, considerando che negli ultimi mesi l'attività è migliorata, in particolare dopo la riapertura da parte degli Stati Uniti a novembre ai viaggiatori vaccinati contro il Covid-19.
(Segue: il debito monstre a 8,2 miliardi di euro, 7.580 tagli entro quest'anno e le mancate stime per l'anno in corso a causa dell'incertezza)
Nel primo trimestre del 2022, il business però ancora non decollerà: il margine operativo lordo è atteso “attorno alla soglia della redditività” perchè risentirà degli annullamenti di voli a gennaio per l'elevato tasso di contagi da Omicron in Francia e Olanda. Af-Klm, che resta molto indebitata (8,2 miliardi di euro a fine 2021) e che eliminerà 7.580 posizioni entro la fine del 2022 (6.560 nella casa madre e 1.020 nella controllata Hop!), non ha avanzato previsioni sull'intero esercizio a causa dell'incertezza della situazione sanitaria e della riapertura di Giappone e Cina. Ma ha comunque detto di essere “ottimista sul futuro” (tanti auguri).
Nel primo semestre dello scorso anno, quando sia i dossier Ita-Alitalia e quello Air France erano sui tavoli di Bruxelles, i tecnici dell'Unione europea neutralizzavano le critiche (provenienti da alcuni partiti politici italiani) di disparità di trattamento nelle diverse cure dimagranti imposte ai due vettori in cambio dell'accensione della luce verde comunitaria agli interventi nazionali, opponendo che "Alitalia perdeva da oltre vent’anni mentre Air France-Klm fino al 2020 faceva profitti".
Così, come calcolato dagli analisti di Mediobanca, è vero che il conto di Alitalia per le casse dell'Erario è stato di circa 13 miliardi, ben maggiore dei 4 iniettati dall'azionista statale francese nel 2021, a cui se ne aggiungerà sulla carta oltre un altro quest'anno. Ma questi soldi pubblici nella lunga crisi della compagnia di bandiera nostrana sono stati raccolti in 47 anni. Oltralpe, per quasi la metà, ci è voluto solo un anno. Di questo passo, lo scandalo del buco nero Alitalia rischia di essere derubricato.
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