Alitalia-Ita, scoppia la grana dei call center: a rischio 570 posti di lavoro

La gestione del servizio clienti di Ita passa da Almaviva a Covisian. E ai lavoratori chi ci pensa? Sindacati sul piede di guerra, l'azienda scrive al MiSE

di Marta Barbera
Economia
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Ita-Alitalia, scoppia la grana dei call center. Nel passaggio di testimone dall'ex compagnia di bandiera a Ita a rischiare il posto di lavoro sono i 570 dipendenti di Almaviva, azienda di call center, finora titolare dell'appalto Alitalia per la gestione dei servizi informativi di assistenza alla clientela. Tempo scaduto, gara persa: a prendere le redini del controllo dei servizi di chiamata di Ita sarà la milanese Covisian, guidata dall'amministratore delegato Gianni Amprino. Ma sul tavolo resta il futuro dei lavoratori. Ancora poco chiaro e incerto. Toccherà forse loro, la stessa sorte, triste e amara degli 8.000 esuberi dell'ex Alitalia, non reintegrati in Ita? 

E intanto, in assenza di certezze sulla continuità occupazionale dei dipendenti di Almaviva, da Palermo, le autorità locali, già hanno alzato la voce, chiedono chiarezza sulle ombre future. "Stupisce che Ita, nei comunicati ufficiali, non abbia fatto cenno alle salvaguardie occupazionali previste dalla nostra legislazione", hanno dichiarato il sindaco del capoluogo siciliano Leoluca Orlando e l'assessore al Lavoro Giovanna Maranao. "Siamo desiderosi di capire, proseguono, se la professionalità finora garantita dalle centinaia di lavoratrici e lavoratori Almaviva di Palermo venga contrapposta a quella del personale di Alitalia in amministrazione straordinaria. Chiediamo al ministro del Lavoro, Andrea Orlando, di prendere in mano questa grave e delicatissima situazione e gli chiediamo che sia prioritariamente esercitata la clausola di salvaguardia occupazionale".

Sul piede di guerra anche i sindacati, attivi sul territorio, che hanno espresso forte preoccupazione a riguardo: "Permangono e si rafforzano le nostre preoccupazioni per il futuro dei lavoratori di Palermo.  Riteniamo pertanto dirimente l'apertura nei prossimi giorni di un tavolo istituzionale, già opportunamente richiesto dalle segreterie nazionali. Un tavolo che deve dare risposte concrete ai lavoratori garantendo loro una continuità occupazionale. Ita è una azienda pubblica e come tale non può sfuggire all'applicazione delle clausole sociali previste per legge e dal contratto nazionale".

Precisando che "non è concepibile pensare di far disperdere 570 posti di lavoro a Palermo in un momento in cui la crisi sta soffocando il nostro territorio". "Non si era mai verificato che una gara di questo tipo venisse gestita con queste modalità e che apprendessimo dell'esito sulla stampa", hanno affermato Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani ed Eliana Puma Rsu Almaviva e coordinatrice call center Fistel Cisl Sicilia. Con questi presupposti "Ita inizia nel peggiore dei modi così la sua esistenza. Siamo a fianco di tutti i lavoratori che vivono da troppo tempo l'incertezza sul loro futuro che rende impossibile qualunque progetto di vita a lungo termine", hanno chiosato i sindacati. 

Nel frattempo, dal canto suo la nuova compagnia aerea pronta al decollo dal 15 ottobre con 52 aerei e 2.800 dipendenti, sui 10.500 attuali (per traguardare, a termine piano, 105 aeromobili e circa 5.750 lavoratori), in una nota, ha ribadito l'importanza di un servizio clienti basato su efficienza e sostenibilità. Per questo motivo, precisa la newco, "nella scelta del fornitore, si è tenuto conto della necessità di erogare tale servizio dall'Italia e della flessibilità nel gestire la curva dei volumi di telefonate in funzione delle esigenze della compagnia da questa fase iniziale di transizione alla fase di piena operatività, il tutto offrendo soluzioni digitali e innovative".

Ma, Almaviva non ci sta. Secondo l'ex fornitore Alitalia "Ita ha assegnato ad altro fornitore la gara per la gestione dei servizi di contact center senza applicare la clausola sociale prevista per il settore dei call center in outsourcing che, in base al Ccnl di settore e alla legge, riconosce il diritto alla prosecuzione del rapporto di lavoro con l'eventuale nuovo fornitore delle stesse attività".

Sulla scia di questa mossa, la richiesta urgente di un tavolo di confronto con il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, è stato immediato. Lo scopo è ben chiaro: scongiurare il destino grigio di centinaia di lavoratori, "impegnati da vent'anni sul medesimo servizio assistenza clienti per Alitalia". "La tutela del lavoro, ricordano dalla sede centrale di Palermo, non può ammettere discontinuità". 

Un forte monito che mina il decollo di Ita, già rivelatosi piuttosto "turbolento". Dai primi colloqui sono emerse già diverse divergenze. "Le distanze che abbiamo registrato sono molto importanti, sia dal punto di vista industriale che occupazionale", ha detto il segretario Uilt Claudio Tarlazzi. "Anche sulla parte contrattuale ci sono molte distanze dal momento che Ita ha deciso di uscire da Assaereo, manifestando la volontà di negoziare al proprio interno il contratto di lavoro dei dipendenti", ha aggiunto. L'azienda "vuole le mani libere". E intando i sindacati hanno confermato lo sciopero di 14 ore per il 24 settembre e hanno fatto sapere che invieranno una lettera al Governo per chiedere un intervento nella trattativa con Ita.