Arnault, dai ristoranti ai gioielli: la fame d'investimenti del patron di Lvmh

Nell'ultima settimana, il proprietario di Lvmh ha investito nel colosso elvetico Richemont, e acquisito una quota in Chez l'Ami Louis e L’Épée 1839

di Rosa Nasti
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Economia

Dai gioelli alla gastronomia: Bernard Arnault, il signore del lusso ha fame d'investimenti

Bernarn Arnault è come il prezzemolo, lo trovi ovunque. Cibo, vino, moda, profumi, gioielli—non esiste un settore in cui LVMH non abbia messo le mani. Con un patrimonio di 233 miliardi di dollari, essere uno dei più ricchi al mondo non gli basta. Arnault è un insaziabile predatore di investimenti, e le sue ultime mosse ne sono la prova schiacciante.

È notizia fresca di poche ore: il boss di LVMH ha acquisito una quota della società madre di Cartier, il colosso elvetico Richemont. Ufficialmente, si tratta di un “piccolo” investimento personale (come lo definisce Arnault stesso ndr.), ma l'operazione sembra quasi il primo passo verso una possibile futura fusione con LVMH. Richemont, però, si è sempre difeso con forza dagli acquirenti indesiderati. Il suo presidente, Johann Rupert, controlla il 51% dei diritti di voto pur possedendo solo il 10,2% del capitale aziendale. E Rupert, a 74 anni, ha ribadito più volte il suo desiderio di mantenere il gruppo indipendente.

D'altra parte, affidarsi ad Arnault non sarebbe certo una mossa da principianti, considerando che LVMH possiede importanti marchi di gioielleria come Bulgari, Fred, Chaumet e Repossi. Senza contare le linee di gioielli di Louis Vuitton o Christian Dior Couture. Tuttavia, semmai Arnault avesse in mente di acquisire Richemont, una tale unione potrebbe sollevare i malumori dell'Antitrust per le complesse questiioni riguardanti la competitività.

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Ma Arnault ha sempre più fame d'investimenti, e un altro dei suoi ultimi bocconi è proprio un pezzo di storia della gastronomia parigina. Infatti l'ultima preda del magnate è il ristorante Chez L'Ami Louis, frequentato da celebrità del calibro di Francis Ford Coppola, Jacques Chirac e David Beckham. Qualche giorno fa Lvmh ha annunciato il suo ingresso, assumendo il controllo della storica trattoria familiare che ora sarà parte integrante di Lvmh Hospitality Excellence. Lvmh ha inoltre spiegato che si impegnerà a “preservare il carattere unico e l’identità familiare” del ristorante.

E non è finita qui. Arnault continua a divorare tutto ciò che gli capita a tiro e nell'ultima settimana, ha anche messo le mani su Swiza, la società che controlla il prestigioso produttore svizzero di orologi L’Épée 1839. Non contento ha fatto incetta anche del marchio californiano di cosmetici Stripes di Naomi Watts tramite il fondo d'investimenti L Catterton. 

Ormai è difficile non imbattersi in un prodotto o in una proprietà del colosso di Arnault. Dal lato gastronomico con nomi come Cova, alle storiche cristallerie come Baccarat, fino ai giganti della distribuzione come Sephora. Lvmh detiene il primato anche nella valigeria con Rimowa, nei profumi di lusso con Francis Kurkdjian, nell'ospitalità di élite con Belmond e Cheval Blanc, e nel settore dei gioielli con marchi di prestigio come Bulgari e Tiffany. Lvmh non si limita a possedere, ma definisce il concetto stesso di lusso e bellezza, e chissà quale sarà la prossima mossa di Arnault.