Atlantia, il nome del ceo dopo il 4 agosto. Ma nel futuro Abertis e non solo
Carlo Bertazzo presenterà ai mercati la semestrale del gruppo e poi farà un passo indietro. Ma per la scelta del successore non c'è fretta
I nomi del dopo-Bertazzo? Per ora solo "chiacchiere"
Di nomi ne sono stati fatti tanti, forse anche troppi. Ma, secondo quanto può riferire Affaritaliani.it, la scelta del successore di Carlo Bertazzo come amministratore delegato di Atlantia non è ancora arrivata alla stretta finale. Fonti vicine al dossier hanno addirittura bollato come “chiacchiere” i profili finora emersi. Segno evidente che si stanno per ora sparando alcune cartucce in attesa di stringere attorno ai prescelti. Intanto, quello che è certo è che il prossimo 4 agosto, con la presentazione della semestrale, si arriverà all’ultimo atto di Bertazzo come ceo di Atlantia, dopo una carriera lunghissima nella galassia Benetton e due anni da ceo della holding.
Intanto però Atlantia continua la sua strategia di rafforzamento. Dopo l’opa difensiva con cui Blackstone ed Edizione hanno annunciato l’acquisto delle azioni in ottica di delisting, si era alzata la tensione con la Abs di Florentino Perez che voleva rilevare la holding della famiglia Benetton. Come riferisce il Sole 24 Ore le incomprensioni sembrano essere archiviate e ora si starebbe lavorando a un progetto per fare di Abertis un campione del mondo autostradale a livello mondiale. Dell’azienda spagnola Atlantia detiene il 50% + 1 azione, mentre Perez il 30%. Ma c’è di più: secondo quanto verificato da Affaritaliani.it la holding della famiglia Benetton sta sì lavorando per rafforzare l’asset di Abertis. Ma non solo. Punta, ad esempio, a rafforzarsi anche nel mercato degli aeroporti. Detiene già Aeroporti di Roma, quello di Nizza e uno stake in quello di Bologna. Ma si guarda con interesse a eventuali possibilità ulteriori, anche perché i prezzi sono ancora bassi dopo due anni di pandemia. Il traffico è tornato all’85% del pre-Covid, ma il caos generato dagli scioperi del personale e dalla carenza di dipendenti delle compagnie aeree potrebbe spingere verso nuovi affari a costi contenuti.