Aziende italiane a rischio, blitz di Coldiretti contro il pomodoro cinese
Proteste nei porti di Salerno e Bari contro l'importazione sleale di prodotti stranieri
Blitz contro l'import di pomodoro cinese nei porti di Bari e Salerno, Coldiretti: "Così uccidono il made in Italy"
Ieri, mercoledì 29 maggio, nei porti di Salerno e Bari, si sono svolti importanti blitz organizzati dagli agricoltori di Coldiretti. Al centro della manifestazione, l'invasione di prodotti stranieri che compromettono l'autenticità del made in Italy.
A bordo di gommoni, hanno avvicinato le navi esponendo slogan significativi come "No fake in Italy", già lanciato in occasione di una precedente mobilitazione al Brennero, insieme a messaggi come "Stop falso cibo italiano" e "Basta import sleale". L'obiettivo è chiaro: indurre a riflettere sull'urgente necessità di rivedere i criteri dell'ultima trasformazione del Codice doganale sull'origine dei cibi per proteggere l'identità dei prodotti nazionali.
Iniziativa contro le importazioni sleali
L'iniziativa porta alla luce la problematica delle importazioni sleali, che spesso sfruttano i lavoratori in paesi come la Cina o non rispettano gli standard europei. Coldiretti, attraverso la voce del suo presidente, Ettore Prandini, durante un'audizione al Senato, ha sottolineato la criticità del principio attuale del codice doganale che si focalizza sull'ultima trasformazione del prodotto.
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Il Ministro Lollobrigida ha mostrato apertura verso una possibile revisione di questa normativa, considerata da Coldiretti come una battaglia fondamentale a livello europeo. L'obiettivo è ottenere l'obbligatorietà dell'etichettatura di origine su tutti i prodotti in tutta Europa, per cui è in corso una raccolta di 1 milione di firme per una legge popolare europea.
Problematiche evidenziate nei porti italiani
Le azioni dei porti di Salerno e Bari hanno evidenziato casi specifici di prodotti controversi, come il concentrato di pomodoro cinese e il grano turco. A Salerno è stato segnalato l'arrivo di 40 container di concentrato di pomodoro proveniente dalla Cina, ottenuto presumibilmente sfruttando il lavoro forzato delle minoranze uigure nella regione dello Xinjiang.
Negli Stati Uniti, l'importazione di questi prodotti è vietata da gennaio 2021 per non supportare il lavoro forzato. Nonostante ciò, l'Italia ha importato 85 milioni di chili di pomodoro trasformato cinese, per lo più proveniente dallo Xinjiang.
A Bari, invece, si è protestato contro l'arrivo di una "nave fantasma" carica di grano duro turco, il cui percorso ha sollevato dubbi dopo essere stata respinta dalla Tunisia e avere toccato le coste greche. Queste importazioni mettono a rischio la sopravvivenza delle aziende italiane, influenzando negativamente il prezzo del prodotto nazionale proprio alla vigilia dei raccolti. Coldiretti ha evidenziato come, nel 2023, le importazioni di grano dalla Turchia, Russia e Kazakistan abbiano visto un incremento esponenziale, sfidando il mercato nazionale.
Le azioni di Coldiretti nei porti di Salerno e Bari rivelano una lotta serrata per la tutela dell'italianità dei prodotti agricoli, evidenziando la complessità e l'urgenza di riforme che proteggano il made in Italy dalle distorsioni di mercato e dalle pratiche sleali di importazione.