Banca Carige, mazzata ai Malacalza. L'Ue nega il mega rimborso di 880 milioni

Svolta nello scontro in tribunale (con al centro il controllo di Banca Carige) tra la famiglia di imprenditori, ex azionisti di maggioranza, e la Bce

di Lorenzo Goj
Economia

Banca Carige, il tribunale Ue dà ragione alla Banca Centrale Europea: negato il risarcimento danni ai Malacalza

Brutte notizie per la famiglia Malacalza. Il Tribunale dell'Ue ha respinto il ricorso per risarcimento danni della Malacalza Investimenti e di Vittorio Malacalza contro la Banca centrale europea. Secondo i giudici di Lussemburgo nessuno degli illeciti contestati alla Bce nell'ambito della sua vigilanza su Banca Carige può far sorgere la responsabilità extracontrattuale dell'Unione.

I due ricorrenti chiedono al Tribunale dell'Unione europea di condannare l'Unione a versare loro le somme, rispettivamente, di 870,5 milioni di euro (per la prima) e di 9,5 milioni (per il secondo), a titolo di risarcimento del danno che ritengono di aver subito a causa di azioni intraprese dalla Bce nell'ambito delle sue funzioni di vigilanza su Banca Carige.

Banca Carige, scontro Malacalza-Bce. Perché l'Ue ha negato il risarcimento alla famiglia di imprenditori

Nella sua sentenza il Tribunale ricorda che, affinché si possa accertare una responsabilità extracontrattuale dell'Unione, gli individui e le imprese devono dimostrare che tre condizioni sono cumulativamente soddisfatte: l’illiceità del comportamento imputabile all'istituzione o ai suoi agenti nell'esercizio delle loro funzioni, l’effettività del danno e l'esistenza di un nesso di causalità tra il comportamento denunciato e il danno lamentato.

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La prima di tali condizioni è soddisfatta quando il comportamento contestato implica una norma giuridica preordinata a conferire diritti agli individui e alle imprese e quando la violazione contestata all'istituzione è sufficientemente qualificata.

A tale titolo, la Malacalza Investimenti e Vittorio Malacalza devono dimostrare, per essere vittoriosi, che la Bce ha violato in modo grave e manifesto, abusando del suo potere discrezionale, una norma di diritto dell'Unione che conferisce loro diritti.

Nella sua sentenza, il Tribunale conclude che tale requisito non è stato soddisfatto. Infatti, o le norme rilevanti del diritto dell'Unione non conferiscono alcun diritto agli individui e alle imprese, o la violazione di cui trattasi non è sufficientemente qualificata, o gli argomenti della Malacalza Investimenti e di Vittorio Malacalza sono irricevibili. Il Tribunale respinge quindi il ricorso senza valutare se siano soddisfatte le altre condizioni per l'accertamento di una responsabilità extracontrattuale dell'Unione.

Come nasce lo scontro

Alla radice del confronto in tribunale tra la famiglia di imprenditori e la Bce, vi è proprio l’ex istituto di credito genovese, oggi parte del gruppo Bper guidato da Piero Luigi Montani. Ma proviamo a riavvolgere il nastro della vicenda.

Da sempre tra gli importanti player del settore siderurgico, i Malacalza fanno l’ingresso in Banca Carige - Cassa di Risparmio di Genova e Imperia nel 2015, mettendo in portafoglio il 10,5% del capitale per circa 66 milioni di euro. Successivamente, nel corso degli anni, la famiglia – attraverso investimenti stimati in quasi 500 milioni di euro – riesce a scalare il capitale dell’istituto di credito fino ad arrivare a controllare il 27,5% delle azioni.

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Tra il 2016 e il 2019, Banca Carige vive un periodo di intensa turbolenza amministrativa e finanziaria. Nel 2016, Vittorio Malacalza promuove cambi significativi nella leadership, scegliendo Giuseppe Tesauro come presidente e Giuliano Bastianini come amministratore delegato. Tuttavia, solo un anno dopo, nel 2017, a causa di divergenze su decisioni finanziarie cruciali, l'Ad Bastianini viene sostituito da Paolo Fiorentino.

Durante il mandato di Fiorentino, nel 2018, diversi membri del consiglio di amministrazione si dimettono a causa di disaccordi sulla gestione e strategia della banca, portando all'elezione di Pietro Modiano e Fabio Innocenzi come nuove figure chiave.

Nonostante ciò, la crisi di Carige non accenna a migliorare, culminando in un totale di quasi 2,91 miliardi di euro in ricapitalizzazioni tra il 2014 e il 2019, con enormi perdite di denaro.

Alla fine del 2018 e all'inizio del 2019, in seguito alle dimissioni della maggior parte del consiglio di amministrazione, la BCE impone, così, l'amministrazione straordinaria, estromettendo di fatto la famiglia Malacalza dal controllo di Carige

La Bce sceglie come commissari Fabio Innocenzi, Pietro Modiano e Raffaele Lener, stabilendo un primato. È la prima volta nella storia italiana, infatti, che un istituto di credito viene commissariato dalla Banca Centrale Europea.

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La banca, nel 2020, esce dalla fase di commissariamento grazie all’intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), con un’operazione di salvataggio da 700 milioni, a cui si sono aggiunti 200 milioni di bond convertibili.

Nel gennaio 2020, dopo il commissariamento della Bce, l'assemblea dei soci nomina un nuovo consiglio di amministrazione. Vincenzo Calandra Buonaura viene eletto presidente del consiglio di amministrazione, con Angelo Barbaruolo come vicepresidente e Francesco Guido come amministratore delegato. Infine, nel giugno 2022, Carige viene acquisita da BPER Banca per un euro.

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