Bankitalia, chi per il dopo Visco? Daniele Franco in pole, Panetta insegue

Durante la formazione del governo il membro del comitato esecutivo Bce rifiutò l'offerta di diventare ministro dell'economia. E la premier se l'è legata al dito

di Marco Scotti
Daniele Franco, Fabio Panetta, Luigi Federico Signorini, Piero Cipollone
Economia

Bankitalia, chi per il dopo Visco? Tutti i nomi

Ignazio Visco ha annunciato l'intenzione di lasciare Banca d'Italia dopo 12 anni in Via Nazionale. L'economista napoletano, classe 1949, lascerà Palazzo Koch dopo due mandati e soprattutto dopo aver conosciuto la più ampia varietà di governi nella storia recente. È stato nominato da Silvio Berlusconi poco prima che il governo del Cav venisse rovesciato e arrivasse a Palazzo Chigi. Ha conosciuto le elezioni del 2013, quelle dello stallo e delle grandi coalizioni tra Pd e Pdl con Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Proprio quest'ultimo decise di rinnovare l'incarico di Visco per altri sei anni nel 2017. Nel 2018 fu la volta del governo giallo-verde, divenuto poi dopo un anno giallo-rosso, sempre con al timone Giuseppe Conte. Che lasciò poi il posto a Mario Draghi che, a sua volta, venne sostituito da Giorgia Meloni.

Ricordare i vari esecutivi con cui Visco ha avuto a che fare non è soltanto un mero esercizio storico, ma dimostra quanto flessibile debba essere un governatore a Palazzo Koch per poter reggere alle temperie politiche e alle alternanze a Palazzo Chigi. E ora per il governo, già impegnato nella battaglia delle nomine, si apre un ulteriore fronte di incertezza che dovrà essere definito in tempi rapidi. Perché è vero che mancano poco più di sei mesi, ma l'esperienza insegna che è necessario farsi trovare preparati fin da subito. Dunque: al primo posto, rigorosamente in ordine di gradimento, ci sarebbe Daniele Franco, il quale avrebbe diversi assi nella manica. 

Bankitalia, Daniele Franco in pole, Fabio Panetta arretra

Il primo è di essere assai ben considerato in Europa, dopo essere stato per anni Ragioniere generale dello Stato e quindi principale conoscitore dei centri di spesa del nostro Paese e delle richieste che arrivano da Bruxelles. Una figura come questa, a vigilare sul sistema bancario, farebbe dormire sonni tranquilli a Lagarde & company. L'altro atout di Daniele Franco è di essere stato scelto a suo tempo da Mario Draghi come ministro dell'economia. Un'investitura fondamentale in un periodo - quello della pandemia - in cui Via XX Settembre era il cuore pulsante dell'attività politica del governo. 

In molti davano in vantaggio Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della Bce. Ma c'è un "però" grande come una casa che Affaritaliani.it è in grado di svelare: l'economista venne contattato da Giorgia Meloni a elezioni concluse con la proposta di sedere in Via XX Settembre. L'offerta venne gentilmente declinata e la Meloni si convinse a puntare su Giancarlo Giorgetti anche per logiche di equilibrio e di definizione dei poteri in seno alla maggioranza. Ma la premier, si sa, non è persona dalla memoria corta e in molti sono pronti a scommettere che non farà come primo nome quello di Panetta, che pure si sentiva all'altezza e aveva legittime ambizioni di entrare a Palazzo Koch.

Bankitalia, c'è anche la soluzione interna

Rimangono, seppur staccate, anche le ipotesi interne. In questo caso si fanno principalmente due nomi: Luigi Federico Signorini e Piero Cipollone. Il primo è Direttore Generale della Banca d'Italia e Presidente dell'Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (Ivass) dal 12 marzo del 2021. Dal 2008 al 2021 è stato membro del Comitato di Basilea, principale sede della cooperazione internazionale in materia bancaria. Cipollone, invece, è membro del Direttorio e Vice Direttore Generale della Banca d'Italia dal 1° gennaio 2020. In tale veste, è anche membro del Direttorio integrato dell'Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS).

Insomma, appena archiviata la partita delle nomine - l'assemblea di Leonardo è stata convocata per l'8 e il 9 maggio - il governo dovrà ripartire con altri dossier. E chissà che anche in questo caso non si possa assistere a qualche ulteriore sorpresa. Una cosa è certa: a decidere sarà un triumvirato composto da Giorgia Meloni, Sergio Mattarella e Giancarlo Giorgetti. In particolare, la premier avrà una sorta di "golden share", di diritto di primogenitura. Ma saranno il Presidente della Repubblica e il Ministro dell'Economia a dover avallare la scelta. 

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