Bce cambia lo statuto sulla strategia: "Inflazione al 2%, in modo simmetrico"
Nel calcolo nel medio periodo anche i prezzi delle case
Di fatto, con Mario Draghi il principio già guidava le decisioni del Consiglio direttivo della Bce. Principio stressato anche nei comunicati sulle decisioni di politica monetaria durante la nuova era Lagarde. Ora l’obiettivo "simmetrico" di inflazione al 2% nel medio periodo entra nello statuto della banca centrale. L’Eurowoter ha raggiunto infatti un accordo sulla revisione del quadro strategico della politica monetaria, iniziata a gennaio del 2020 e sospesa durante la pandemia. Fino ad ora la formulazione vigente affermava che ”'il consiglio direttivo si propone come quale obiettivo primario, di mantenere l'inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio periodo”.
Ora, Francoforte spiega che ”il Consiglio direttivo ritiene che la stabilità dei prezzi sia meglio garantita puntando a un obiettivo di inflazione del 2% nel medio termine. Questo obiettivo è simmetrico, il che significa che deviazioni negative e positive dell'inflazione dall'obiettivo sono ugualmente indesiderabili. Quando l'economia sta operando vicino al limite inferiore dei tassi di interesse nominali, è necessaria un'azione di politica monetaria particolarmente energica o persistente per evitare che diventino radicate deviazioni negative dall'obiettivo di inflazione. Ciò può anche implicare un periodo transitorio in cui l'inflazione è moderatamente al di sopra dell'obiettivo".
Proprio come, sulla spinta delle fiammate post-pandemia dei prezzi delle materie prime, sta avvenendo ora in Europa. Quindi atteggiamento tollerante nel breve termine nei confronti di oscillazioni moderate o temporanee del tasso di inflazione tanto sopra quanto sotto il livello indicato ma intollerante sul medio termine verso deviazioni forti e persistenti, al ribasso e al rialzo
Nessun riferimento al pericolo di una netta ripartenza dell'inflazione dopo anni e anni in cui per la zona euro il rischio era invece quello di deflazione. Nel confermare che l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) resta la misura appropriata per valutare la stabilità dei prezzi, la Bce ha deciso di includere nel calcolo i costi relativi all'abitazione di proprietà e ha fatto sapere che incorporerà ulteriormente le questioni relative al cambiamento climatico nella politica monetaria, includendo tra i criteri informative, valutazioni dei rischi e decisioni su garanzie e acquisti di asset del settore aziendale.
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"Nel futuro la Bce rivedrà il quadro che regola la distribuzione degli acquisti di obbligazioni societarie per incorporare criteri relativi al cambiamento climatico, in linea con il suo mandato", ha spiegato l'istituto centrale annunciando una revisione della strategia a lungo attesa. "Verrà incluso un allineamento degli emittenti con, come minimo, l'applicazione dell'accordo di Parigi da parte della legislazione Ue attraverso metriche legate al clima o l'impegno da parte degli emittenti a rispettare tali obiettivi", si legge nella nota della Bce.
La mossa è l'ultima di una serie di step presi dalle principali banche centrali che riconoscono che le politiche degli istituti debbano prendere in considerazione la questione del cambiamento climatico, sebbene alcune come la Federal Reserve insistano che sia compito dei governi combattere il fenomeno. La Bce sta già acquistando le obbligazioni green e detiene circa un quinto degli asset sostenibili che rispettano i criteri di ammissibilità.
Infine, nel comunicare la nuova strategia di politica monetaria, Francoforte ha confermato che l'insieme dei tassi di interesse della Bce resta il principale strumento di politica monetaria. Altri strumenti, si legge nella nota della Bce, come la forward guidance, gli acquisti di asset (Quantitative Easing) e le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine (Tltro), che nell'ultimo decennio hanno contribuito a mitigare i limiti generati dal limite inferiore sui tassi di interesse nominali, rimarranno parte integrante del toolkit della Bce, da utilizzare come adeguata.
La revisione "non ha portato sorprese, ma costituisce una base per una politica monetaria più efficiente. Qualsiasi superamento dell'inflazione ècredibile solo nella misura in cui lo sono gli strumenti per raggiungerlo”, ha commenta Frederik Ducrozet, global macro strategist di Pictet che ha sottolineato come "le questioni più delicate sono state lasciate da parte", come i limiti per singolo emittente degli acquisti del Qe, "ma probabilmente torneranno" sulla scena. Appuntamento alla prossima stategic review nel 2025 (è stato deciso che saranno periodiche).