Bce: inflazione oltre il 2% per quasi tutto il 2022, ma in progressivo calo

Il consiglio direttivo della banca centrale Ue si dice pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti affinché i prezzi si stabilizzino intorno all'obiettivo del 2%

Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea
Economia
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Bce, a novembre il rialzo dei prezzi raggiunge il 4,9%. Pil ai livelli pre pandemia entro marzo 

La Banca centrale europea si dice ottimista sulla ripresa economica post pandemia della zona euro, grazie soprattutto alla spinta della domanda interna. Il mercato del lavoro sta registrando infatti dei balzi in avanti. Continua anche ad attendersi un calmieramento dell’inflazione nei mesi a venire, anche se appare non del tutto granitica sul realizzarsi di queste previsioni. 

"La ripresa dell'economia prosegue nell'area dell'euro. La crescita è in via di moderazione, ma nel corso di quest'anno dovrebbe tornare a segnare un vigoroso recupero". E' quanto si legge nel bollettino economico Bce in cui si rileva come secondo le previsioni, il perdurare della ripresa economica sarà determinato da una vigorosa domanda interna. "Il mercato del lavoro sta registrando miglioramenti, con l'aumento del numero di occupati e la diminuzione dei beneficiari delle misure di integrazione salariale. "Ciò sorregge la prospettiva di un incremento dei redditi e dei consumi delle famiglie che saranno sospinti anche dai risparmi accumulati durante la pandemia".

"Nell'ultimo trimestre dello scorso anno - prosegue il bollettino - l'attività economica ha moderato il suo passo ed e' probabile che tale crescita più lenta prosegua nella parte iniziale dell'anno corrente. Al momento ci si attende che il prodotto superi il livello precedente la pandemia nel primo trimestre del 2022. Per far fronte all'attuale ondata della pandemia, alcuni paesi dell'area dell'euro hanno reintrodotto misure di contenimento piu' stringenti. Ciò - osservano gli esperti Bce - potrebbe ritardare la ripresa, soprattutto nei settori dei viaggi, del turismo, della ricettività e dell'intrattenimento.

"La pandemia - sottolinea il bollettino - pesa sulla fiducia dei consumatori e delle imprese e la diffusione di nuove varianti del virus accentua l'incertezza. In aggiunta, il rialzo dei costi dell'energia incide negativamente sui consumi. Le carenze di attrezzature, materiali e manodopera in alcuni comparti frenano la produzione dei beni manufatti, causando ritardi nelle costruzioni e rallentando la ripresa in alcuni segmenti del settore dei servizi. Tali strozzature permarranno per qualche tempo, ma dovrebbero attenuarsi nel corso del 2022".

Bce, inflazione oltre il 2% per la maggior parte del 2022 

"A novembre l'inflazione è ulteriormente salita al 4,9% e rimarrà oltre il 2% per la maggior parte del 2022, dovrebbe rimanere su livelli elevati nel breve periodo, ma ridursi nel corso dell'anno". "Il suo rialzo - osservano gli esperti Bce - riflette principalmente il forte rincaro di carburante, gas ed elettricità. Alla componente energetica è riconducibile oltre la metà dell'inflazione complessiva registrata a novembre. La domanda, inoltre, continua a eccedere l'offerta che, in alcuni settori, è limitata. Le conseguenze sono particolarmente evidenti nei prezzi dei beni durevoli e di quei servizi al consumo che hanno beneficiato delle recenti riaperture. Gli effetti base legati al venir meno della riduzione dell'Iva in Germania continuano a contribuire alla più elevata inflazione, ma soltanto sino alla fine del 2021.

"Vi è incertezza circa il tempo necessario alla risoluzione di tali aspetti - si legge nel bollettino - Nel corso del 2022, tuttavia, i prezzi dell'energia dovrebbero stabilizzarsi, l'andamento dei consumi normalizzarsi e le pressioni sui prezzi derivanti dalle strozzature dal lato dell'offerta a livello mondiale attenuarsi". Nel tempo, il graduale ritorno dell'economia al pieno utilizzo della capacità produttiva e gli ulteriori miglioramenti del mercato del lavoro dovrebbero sostenere una più rapida crescita salariale. Le misure delle aspettative di inflazione a più lungo termine ricavate dai mercati e dalle indagini sono rimaste sostanzialmente stabili dalla riunione di politica monetaria di ottobre, pur avvicinandosi complessivamente al 2% negli ultimi mesi. "Tali fattori contribuiranno al rialzo dell'inflazione di fondo e all'aumento di quella complessiva fino all'obiettivo del 2% nel medio termine".

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Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare gli strumenti "ove opportuno e in qualsiasi direzione"

In tale quadro, "il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno e in qualsiasi direzione, per assicurare che l'inflazione si stabilizzi sull'obiettivo del 2% nel medio termine". La Banca centrale europea ricorda le decisioni prese in occasione dell'ultima riunione di dicembre allorché il consiglio ha deciso di ridurre gli acquisti settimanali Pepp (Fondi pensione europei) nel corso di questo primo trimestre e di porre termine al programma alla fine di marzo. Al tempo stesso i reinvestimenti nell'ambito del Pepp sono stati estesi almeno fino alla fine del 2024.

Il consiglio direttivo ha inoltre deciso di mantenere in vita la caratteristica di flessibilità del Pepp e in quest'ottica, "in caso di ulteriore frammentazione del mercato connessa alla pandemia, i reinvestimenti del Pepp potranno essere adeguati in maniera flessibile nel corso del tempo, fra le varie classi di attività e i vari paesi in qualsiasi momento".

Per quanto riguarda il Qe tradizionale, quantitative easing, ovvero quando una banca centrale compra titoli a lungo termine dalle sue banche membri, il Consiglio direttivo ha stabilito un ritmo mensile degli acquisti netti di 40 miliardi di euro nel secondo trimestre e di 30 miliardi nel terzo trimestre. A partire da ottobre 2022, gli acquisti netti saranno mantenuti a un ritmo mensile di 20 miliardi di euro, finché necessario a rafforzare l'impatto di accomodamento dei tassi di riferimento. "Il Consiglio direttivo si attende che gli acquisti netti terminino poco prima che il Consiglio stesso inizi a innalzare i tassi di interesse di riferimento".

Bce, miglioramento del bilancio delle finanze pubbliche

"Sebbene la crisi legata al Covid-19 abbia continuato a incidere pesantemente sulle finanze pubbliche nel 2021, le proiezioni macroeconomiche formulate dagli esperti dell'Eurosistema lo scorso dicembre mostrano che il saldo di bilancio è già in fase di miglioramento". Secondo le proiezioni, l'irrigidimento caratterizzerà la restante parte dell'orizzonte di previsione, ma sarà di entità molto più contenuta, poiché nei prossimi anni permarranno in vigore significativi provvedimenti di sostegno all'economia.

Misure di bilancio mirate e favorevoli alla crescita dovrebbero continuare ad affiancare la politica monetaria. Tale sostegno consentirà inoltre all'economia di adeguarsi ai cambiamenti strutturali in atto. Un'attuazione efficace del programma Ngeu e del pacchetto 'Pronti per il 55%' contribuirà a una ripresa più forte, più verde e più equa in tutti i paesi dell'area dell'euro.

I rischi per le prospettive economiche sono sostanzialmente bilanciati

"Il Consiglio direttivo ritiene che i rischi per le prospettive economiche siano sostanzialmente bilanciati". L'attività economica potrebbe superare le attese della Bce se i consumatori, in un clima di maggiore fiducia, risparmiassero meno di quanto previsto. Per contro, il recente aggravarsi della pandemia, compresa la diffusione di nuove varianti, potrebbe frenare la crescita in modo più persistente.

"L'evoluzione futura dei prezzi dell'energia e i tempi di risoluzione delle strozzature dal lato dell'offerta - prosegue il bollettino - pongono rischi per la ripresa e per le prospettive di inflazione. Se le pressioni sui prezzi si traducessero in aumenti salariali maggiori di quanto anticipato o se l'economia tornasse più rapidamente alla piena capacità produttiva, l'inflazione potrebbe collocarsi su livelli più alti".