Bce, Lagarde tira dritta sull'inflazione: aumento temporaneo, giù a fine 2022

La numero uno dell'Eurotower ha spiegato che tra le cause principali dell'inflazione c'è il rialzo dei prezzi energetici, unito al taglio dell'Iva in Germania

Economia
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I rendimenti dei titoli di Stato sono saliti, con gli investitori che continuano a scaricare le loro partecipazioni in bond sovrani dell'Eurozona, non riuscendo a condividere la narrativa della Banca Centrale Europea su un'inflazione transitoria, ribadita oggi dalla presidente Christine Lagarde dopo la riunione del board. Sotto particolare pressione il Btp italiano, che complice anche l'asta del Tesoro di questa mattina ha visto il rendimento decennale salire fino a 1,05%, sui massimi da maggio, per poi chiude in rialzo di nove punti base allo 0,99%. Il rendimento del Bund a 10 anni e' salito di tre punti base a -0,15%.

"L'inflazione è in aumento, principalmente a causa dell'impennata dei prezzi dell'energia, ma anche perchè la ripresa della domanda sta superando un'offerta limitata. Prevediamo un ulteriore aumento dell'inflazione nel breve termine, per poi diminuire nel corso del prossimo anno", ha detto la Lagarde, nel discorso dopo la riunione della Bce. Alla riunione di oggi, ha spiegato la banchiera centrale, "abbiamo discusso molto di inflazione, andando molto a fondo sulla sua natura e la nostra analisi ha concluso che l'inflazione è temporanea". Per questo la previsione dei mercati di un aumento dei tassi nel tardo 2022 "non è supportata dalla nostra analisi".

L'Eurotower, come da attese, non ha apportato cambiamenti alla sua posizione di politica monetaria nel meeting di oggi, ribadendo inoltre la propria guidance sul futuro percorso atteso dei tassi di interesse. Nella nota della Bce pubblicata a seguito della riunione di ottobre, si legge che il Consiglio direttivo "continua a ritenere che possano essere mantenute condizioni di finanziamento favorevoli con un ritmo degli acquisti netti di attività nel quadro del Programma di Qe per l'emergenza pandemica (Pepp) moderatamente inferiore rispetto al secondo e al terzo trimestre dell'anno”.

Sui tassi, “il Consiglio si attende che i tassi di interesse di riferimento della Bce si mantengano su livelli pari o inferiori a quelli attuali”, ovvero lo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50% rispettivamente per tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale, “finché non vedrà l'inflazione raggiungere il 2% ben prima della fine del suo orizzonte di proiezione e in maniera durevole per il resto dell'orizzonte di proiezione, e finchè non riterrà che i progressi conseguiti dall'inflazione di fondo siano sufficientemente avanzati da essere coerenti con lo stabilizzarsi dell'inflazione sul 2% nel medio periodo.

Ciò inoltre può comportare un periodo transitorio in cui l'inflazione si colloca su un livello moderatamente al di sopra dell'obiettivo”. Il Consiglio direttivo ha inoltre confermato le altre misure, tra cui dotazione e data attesa per il termine del Pepp, la politica degli acquisti nell'ambito del Programma di acquisto di attività (App), le politiche di reinvestimento e le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine. In particolare sul Pepp, “il Consiglio direttivo seguiterà a condurre gli acquisti netti di attività nell'ambito del PEPP, con una dotazione finanziaria totale di 1.850 miliardi di euro, almeno sino alla fine di marzo 2022 e, in ogni caso, finchè non riterrà conclusa la fase critica legata al coronavirus”.