Bce, Lagarde lascia i tassi di interesse invariati al 4,50%
La Banca centrale europea ha deciso di non toccare i tre tassi di interesse principali, con l'obiettivo di portare l'inflazione verso il 2%
La Bce lascia i tassi fermi al 4,50%
Il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento dell'Eurotower. "Le nuove informazioni", si legge nella nota diffusa al termine della riunione, "hanno confermato sostanzialmente la sua valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine. A parte un effetto base al rialzo sull’inflazione complessiva legato all’energia, la tendenza al ribasso dell’inflazione di fondo è proseguita e i passati incrementi dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento. Le condizioni di finanziamento restrittive frenano la domanda, contribuendo al calo dell’inflazione". Nel dettaglio, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno fermi rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%.
"A parte un effetto base al rialzo sull’inflazione complessiva legato all’energia, la tendenza al ribasso dell’inflazione di fondo è proseguita e i passati incrementi dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento. Le condizioni di finanziamento restrittive frenano la domanda, contribuendo al calo dell’inflazione". E' quanto si legge nella nota diffusa al termine del direttivo della Bce. Il Consiglio direttivo, prosegue il comunicato, "è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine. In base alla sua attuale valutazione, ritiene che i tassi di interesse di riferimento della Bce si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo. Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario". L'Eurotower, sottolinea la nota, "continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria". Il portafoglio del Programma di acquisto di attività, annota ancora la Bce, "si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Il Consiglio direttivo intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PEPP (pandemic emergency purchase programme) nella prima parte del 2024. Nella seconda parte dell’anno intende ridurre il portafoglio del Ppee di 7,5 miliardi di euro al mese, in media, e terminare i reinvestimenti nell’ambito di tale programma alla fine del 2024".
Bce: reinvestimento titoli Pepp solo fino a metà anno, poi taglio da 7,5 mld al mese
La Bce va avanti sulla strada della riduzione del bilancio e se il portafoglio del Programma di acquisto di attività (il Quantitative Easing iniziale) "si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza" per il consistente pacchetto di acquisti 'pandemici', il programma Pepp, si annuncia che "il Consiglio direttivo intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nella prima parte del 2024. Nella seconda parte dell’anno intende ridurre il portafoglio del PEPP di 7,5 miliardi di euro al mese, in media, e terminare i reinvestimenti nell’ambito di tale programma alla fine del 2024". Confermata la 'flessibilità' dei reinvestimenti per evitare "rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia".