Bce: nuovo aumento delle sofferenze. Per Bain tsunami Npl da 1.200 miliardi
Per la Vigilanza di Francoforte istituti europei non ancora al sicuro: devono fare i conti con ulteriore aumento delle sofferenze
La notizia era ancora nell’aria: nonostante dati di significativa ripresa del Pil (l’Italia potrebbe crescere addirittura del 6% nel 2021) c’è ancora un aspetto che non ha mostrato la sua vera faccia. Le sofferenze bancarie rischiano di aumentare in maniera significativa perché non sono mai state riviste le norme di controllo sul credito. “Ci sono dei segnali - scrive Eurofi Magazine citando Andrea Enria, presidente del consiglio di sorveglianza della Bce - che il deterioramento della qualità degli asset provocato dalla pandemia possa non aver ancora raggiunto il picco dato che è stato in qualche modo mascherato e ritardato dalle misure pubbliche straordinarie messe in campo”.
D’altronde, i dati aggiornati del ministero dell’Economia raccontano di una situazione – seppur in evoluzione positiva – ancora molto lontana dall’essere definitivamente risolta. “Sono ancora attive moratorie (ex lege e volontarie) – si legge sul sito del Mef - per un valore complessivo di circa 71 miliardi, a fronte di circa 630 mila sospensioni accordate. Superano quota 191 miliardi le richieste di garanzia per i nuovi finanziamenti bancari per le micro, piccole e medie imprese presentati al Fondo di Garanzia per le PMI. Attraverso ‘Garanzia Italia’ di SACE i volumi dei prestiti garantiti raggiungono i 28 miliardi di euro, su 3.009 richieste ricevute”.
Secondo i dati che si riferiscono al 27 agosto, le moratorie complessive accordate da marzo 2020 sono state circa 280 miliardi. Il che, facilmente, si traduce in un 25% che è ancora in essere e che dovrà necessariamente essere gestito con cautela. Improbabile che tutti i 71 miliardi di trasformino in crediti deteriorati, ma certo è plausibile mettere in conto una buona fetta del complessivo.
Ma mentre nel nostro Paese il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha voluto dipingere un ritratto della situazione meno preoccupante del previsto, in Europa ci si guarda le spalle con preoccupazione. Il Consiglio di Vigilanza della Bce ha soprattutto messo l’accento su due temi: completare l’Unione bancaria, in modo da uniformare regole e modalità di gestione degli asset; rispetto e attuazione di Basilea 3, la normativa europea sull’adeguatezza patrimoniale.
"Le banche europee sono finora uscite relativamente indenni da una delle crisi più gravi mai registrate. Come ulteriore segnale di una maggiore resilienza del settore bancario, il nostro recente esercizio di stress test suggerisce che la maggior parte delle banche sarebbe in grado di resistere a un'altra crisi economica se questa dovesse concretizzarsi nel prossimo periodo", osserva Kerstin af Jochnick, membro del Consiglio di vigilanza della Bce, intervenendo all'Handelsblatt Banking Summit 2021 come riportato da Mf Dow Jones.
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Tra l’altro, da Francoforte fanno notare che non tutti gli istituti di credito hanno messo a punto meccanismi di difesa utili per riuscire ad arginare la possibile crescita degli Npl. E questo anche a causa di sistemi di valutazione del credito che sono ormai obsoleti, specialmente dopo una crisi improvvisa come quella da Covid. Che senso ha, per esempio, recarsi in banca a chiedere un prestito con un bilancio – in ordine – del 2019, quando magari nel 2020 i flussi di cassa sono diminuiti del 70-80%?
A far dormire sonni ancora meno tranquilli ai banchieri ci ha pensato anche Bain. La quale, tramite uno studio appena pubblicato, ha messo in guardia: in Europa si rischiano nuovi npl per 1.200 miliardi complessivi. Questo tsunami dovrebbe abbattersi tra la fine del 2021 e il primo semestre del 2022 quando, cioè, verranno meno gli strumenti di sostegno. E allora non rimane che allacciare le cinture...