Bce, sulla rampa di lancio la rivoluzione dell’euro digitale

I punti positivi del nuovo sistema. Stop ai benefici per le banche

di Daniele Rosa
Christine Lagarde e l'Euro digitale
Economia

Euro digitale, in  rampa di lancio il nuovo sistema

L’euro digitale sarà, dopo la rivoluzione finanziaria del 19esimo secolo (quando le banche commerciali smisero di emettere banconote e le monete furono emesse dalle banche centrali) un altro cambiamento epocale. Da tempo ormai sta avanzando il progetto della Bce che ha l’obiettivo di permettere a cittadini ed imprese europee di utilizzare l’euro digitale. L’obiettivo numero uno è di organizzare un’infrastruttura in grado di permettere a tutti, e non solo alle banche commerciali, di usare la moneta digitale. E’ chiaro che questo sarà il primo passo indispensabile per arrivare ad avere l’e.d. come mezzo di pagamento universale. Una vera e propria rivoluzione dei sistemi monetari e bancari e un colpo di spugna a 360 gradi all’utilizzo del contante. Per un certo mondo criminale un sistema di questo tipo dovrebbe essere visto come un vero e proprio incubo ma, per la maggioranza delle persone e del sistema bancario, avrà effetti molto positivi.

Euro digitale, basta con le crisi bancarie

In primo luogo non ci saranno più crisi bancarie, le più temute , soprattutto dagli Stati che, in qualche modo, devono quasi sempre  tutelare i risparmiatori. Tutte le attività bancarie saranno soggette alla concorrenza e liberalizzate. Cosi come avvenuto da anni in altri settori come quelli del trasporto aereo, del commercio internazionale, dell’energia o delle telecomunicazioni anche i servizi di credito e pagamento saranno soggetti alle regole del mercato. Però il vantaggio pù significativo della moneta digitale rispetto ai depositi bancari è che la prima è denaro mentre i secondi sono soltanto una promessa di restituzione di danaro.

Per questo la prima è sicura e senza possibilità di non pagamento. I depositi bancari appena la banca non riesce ad assolvere solo una parte dille promesse che ha accumulato potrebbe “saltare per aria”. E tale ipotesi è il principale motivo per cui gli Stati devono diventare garanti verso i risparmiatori. Con davanti questo rischio ipotetico di insolvenza tutti gli Stati hanno sempre aiutato le banche garantendo i depositi, aiutandole con prestiti di liquidità, evitando i fallimenti delle stesse e magari in qualche caso usando i soldi dei contribuenti per non farle andare a gambe all’aria. Esempi da noi ve ne sono stati diversi, dai Monte dei Paschi di Siena alla Banca di Vicenza; ma l’estero non è da meno con i salvataggi delle grandi banche americane legate all’high tech nella Silicon Valley o di quelle cinesi in tempesta per il crack dell’immobiliare (Evergrande).

Euro digitale, le banche cambieranno il modello di business

Chiaro è che, anche con i soldi dei contribuenti, le banche sono super garantite. Hanno però grandi costi indiretti in quanto, mantenendo un quasi totale monopolio per quanto riguarda i servizi di pagamento e di credito, rallentano l’innovazione e la crescita economica, in pratica riducono l’efficienza del sistema. Quando il mezzo di pagamento sarà il sicuro euro digitale non ci saranno più bisogno di tutele e privilegi. L’euro digitale, a differenza dei depositi bancari, non necessita di alcuna protezione statale, né di  garanzie sui depositi, né tantomeno di  prestiti di liquidità e tanto altro ancora. E’ pur vero che il maggior ostacolo a questa rivoluzione potrebbero essere le banche che, sottoposte alla dura legge della liberalizzazione, dovranno cambiare il loro modello di business. Tutte quelle che vorranno davvero cambiare dovranno essere aiutate dai Governi mentre dovranno essere monitorate e stimolate quelle che invece vorranno mantenere i privilegi ostacolando il processo di modernizzazione. In ogni caso sono già oltre 100 i paesi dove si stanno progettando infrastrutture vero il futuro. Ci vorrà tempo e qualche intoppo ma, la strada verso l’euro digitale, sembra ormai essere stata aperta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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