Bce verso un taglio tassi a giugno, Lagarde gioca d'anticipo rispetto alla Fed
Secondo il capo economista, Philip Lane, il ritmo dei tagli dei tassi dipende dall'inflazione. L'analisi del senior analyst Saverio Berlinzani di ActivTrades
Bce: pronti al taglio dei tassi a giugno. Fed? "I dati Usa si deterioreranno prima dell'Ue"
La Bce è pronta per un ribasso dei tassi di interesse nella riunione del 6 giugno, il primo taglio dal 2019. A confermarlo è anche il capo economista dell’Eurotower, Philip Lane, intervistato dal Financial Time. Lane ci va cauto, sottolineando i "se" e i "ma" del primo ritocco di giugno.
Il capo economista indica che i dati attuali supportano la rimozione del massimo livello di restrizione salvo sorprese dall'inflazione di fondo. Tuttavia riconosce che per il resto dell’anno il percorso della politica monetaria della Bce sarà "frammentato e graduale", soprattutto considerando l'incertezza sulla crescita dei salari.
Per una panoramica più dettagliata e per capire anche come si muoverà la Fed, che aveva fatto addirittura intuire un rialzo dei tassi, affaritaliani.it ha intervistato Saverio Berlinzani, Senior Analyst di ActivTrades.
"Detto che non crediamo ad un rialzo dei tassi negli Usa, perché comunque il mercato del lavoro comincia a dare segnali di peggioramento, pensiamo invece che la Bce taglierà a giugno il costo del denaro", afferma Berlinzani. "Questo da un lato genererebbe una minore appetibilità degli asset denominati in euro, ma dall’altro farebbe tornare la fiducia e la speranza nella crescita del vecchio continente. Del resto, la differenza e il contrasto sui dati macro tra Europa e Usa appare evidente, ma è altrettanto vero che quando i dati Usa cominceranno a deteriorarsi, lo faranno più in fretta rispetto all’Europa."
E aggiunge: "La minima crescita dei salari in Europa è stata comunque erosa da una inflazione ancora alta nel 2023, mentre il 2024 è cominciato con una inflazione in calo, ma non quanto ci si aspettasse. Molti analisti richiedono un intervento da parte della Bce, di taglio dei tassi per la ripresa dei salari e quindi dei consumi". In conclusione sostiene: "Negli Usa, questo intervento non sembra ancora necessario data la resilienza dei principali aggregati macro, anche se qualche crepa comincia ad intravedersi.