Becchi: "Il prezzo del gas non c'entra con il Ttf". La replica di Affari

Secondo il filosofo ed ex-ideologo del Movimento 5 Stelle è in atto una colossale truffa ai danni dei cittadini

Economia
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Becchi: "Il Ttf non è il mercato di riferimento"

Parlando dell'esplosione del prezzo del gas tutti i giornali ripetono che "si determina al mercato dei future in Olanda del Ttf" e anche Affari Italiani nel suo ultimo articolo indica questa spiegazione. Questo fa pensare che quindi il gas che viene poi rivenduto alle aziende italiane e alle società che lo usano per produrre energia elettrica sia comprato in Olanda al mercato dei future del Ttf. Ma non è così. Il gas algerino e russo continua ad essere fornito tramite gasdotto come prima senza passare per questo mercato che riguarda solo il gas liquefatto in Texas, caricato su nave e poi rigassificato in Europa e venduto tramite appunto questo mercato future in Olanda detto “Ttf”.

Il gas che è aumentato da 20 a 250 euro per megawatt è solo questo gas liquefatto che però è una piccola percentuale del totale del gas acquistato e consumato. Per evitare una lunga discussione su quanto sia diciamo che è tra il 5 e il 10%, per cui almeno il 90% del gas che arriva poi da noi o in Germania non è acquistato a questo mercato del Ttf. Il problema è che il gas russo o algerino costa come prima, ma Eni lo rivende al prezzo del Ttf. Ci spiace quindi in questa occasione sollevare una critica ad un articolo apparso su Affari Italiani che è una testata che ha sempre ospitato opinioni diverse incluse le nostre. Ma la questione è ora vitale per le imprese italiane schiacciate da un prezzo del gas e dell’elettricità che è 10 volte quello dell’anno scorso.

La replica di Affari

Caro Becchi,

grazie per la sua puntuale analisi che però non fa che confermare quanto da me scritto nel pezzo. Nell’articolo non si dice, infatti, che il gas venga acquistato al Ttf, ma che esso venga comprato sulla base delle valutazioni che vengono fatte ad Amsterdam. Tra l’altro, vengono scambiati titoli su tutto il gas naturale, non solo su quello liquefatto che, come giustamente dice lei, rappresenta solo una frazione. L'impianto texano di Gnl non è responsabile dell'intera vendita sul Ttf, ma è stato causa di un repentino incremento dei prezzi lo scorso anno a causa di un guasto. C’è speculazione? Ma certo che sì. E questo non lo dice Marco Scotti, ma il ministro Roberto Cingolani che da marzo denuncia la pratica scorretta. Non servirà neanche ricordare a un analista attento come lei che trattandosi di un mercato virtuale (per intenderci, da Amsterdam non si torna indietro con del gas imbottigliato) la valutazione che viene fatta è soggetta a oscillazioni che riguardano il contesto macroeconomico.

Lo scorso anno, da settembre in poi, il prezzo iniziò a salire perché – vivaddio – il mondo stava ripartendo e tutti avevano nuovamente bisogno di combustibile. Quando poi è scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina il costo del gas ha fatto un salto verso l’alto perché da lì proviene la maggior parte del propellente usato in Europa. Se improvvisamente il distretto orafo di Valenza venisse invaso, automaticamente il costo dei manufatti aurei schizzerebbe alle stelle. È una legge di mercato. La Russia dichiara, artatamente, che deve fare manutenzione sul North Stream, di fatto chiudendo i rubinetti alla Germania? E il prezzo si impenna. È matematico.

Mi permetta di aggiungere altre due cose. La prima: l’aumento dei prezzi dell’energia è evidente da mesi, tanto che già nello scorso inverno si iniziò a consigliare di abbassare i riscaldamenti. Cosa che puntualmente nessuno scelse di fare, salvo poi abbattere sui consumatori il costo finale degli aumenti. Ha provato a prenotare un albergo in Italia per queste settimane? E un volo? Quanto costa adesso mangiare un gelato?

Infine vengono in suffragio della mia tesi altri due accadimenti. Il primo: l’Algeria di cui lei parla ha già chiaramente detto che vuole rinegoziare il prezzo. Al grido di “ca’ nisciuno è fesso” vogliono anche loro beneficiare delle quotazioni di Amsterdam. E poi: perché nessuno ricorda mai le clausole “take or pay” per cui l’Italia per anni ha acquistato il gas direttamente dai russi o dagli algerini? Significa in soldoni che o lo prendi o lo paghi comunque, creando un mercato con valutazioni artatamente elevate.

D’altronde, speculazioni come questa sono all’ordine del giorno: ricorderà bene il prezzo del petrolio sotto zero durante le prime settimane del lockdown. Ma la benzina non veniva mica regalata agli automobilisti. Il motivo? Perché il governo giallo-verde di cui Lei aveva debitamente documentato la nascita, che si era riempito la bocca di “taglio delle accise sulla benzina” si era ben guardato dall’applicare provvedimenti di questo tipo.

Con la più viva cordialità

MS