Big Tech, rischio "superbolla" finanziaria: ecco come salvare i propri soldi
L'analisi di Jeremy Grantham, esperto in ambito “bolle finanziarie”: investire in qualità e nei mercati emergenti, ecco la strategia per salvare i propri soldi
Grantham: L’AI ha salvato le Big Tech ma la bolla potrebbe scoppiare a breve. Il 2024 potrebbe essere un anno problematico
Jeremy Grantham, uno degli esperti più importanti in ambito “bolle finanziarie”, co-fondatore e stratega degli investimenti a lungo termine dei fondi Grantham, Mayo, Van Otterloo & Co., dall’alto dei suoi 85 anni mette in guardia sui titoli USA che stanno “tirando di più”.
In una recente intervista su ThinkAdvisor, sito di settore, spiega come "il mercato azionario avrà un anno difficile". I margini di profitto delle società americane sono ai massimi storici, rispetto ai rivali stranieri, creando una situazione di "doppio pericolo" per le azioni in cui potrebbero diminuire non solo gli utili.
LEGGI ANCHE: Intelligenza artificiale, l'influencer "creata" da AI si presenta alle Europee
LEGGI ANCHE: Borsa Usa, 51 mila miliardi la capitalizzazione del mercato azionario
Già all'inizio del 2022 Grantham aveva messo in allarme i mercati parlando di una "superbubble", superbolla finanziaria, in atto e dovuto al settore Big Tech. Il mercato guidato dalle magnifiche 7, i colossi che dominano il settore, cioè Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla, ha visto però la traiettoria discendente che avevano intrapreso improvvisamente cambiate. Il merito è stato della frenesia per l’IA, partita a inizio 2023. Ma è una cosa non destinata a durare, spiega l’esperto. Per quanto l’AI sarà una tecnologia che cambierà il mondo nei prossimi 20-30 anno, come ha fatto Internet, i titoli di riferimento restano sopravvalutati: il mercato è destinato a scendere in modo anche abbastanza repentino. In sostanza bisogna “evitare le scorte statunitensi”. Ci sarà un recessione e nel migliore dei casi sarà di lieve entità. Ma il settore potrebbe anche crollare del 20-30%.
Per Grantham si può invece guardare positivamente altrove, al Giappone e i mercati emergenti. Se invece occorre per forza di cosa investire negli Stati Uniti, propone di guardare ai titoli che puntano sulla qualità. “E’ l'inefficienza più importante nel mercato statunitense”, afferma e parliamo di titoli che si occupano di cambiamenti climatici, risorse e azioni ultra economiche. Non per moda ma perché da qualche tempo tantissimi Paesi stanno investendo in modo preponderante sul settore. La domanda per i loro servizi e prodotti è destinata a crescere. Tutto ciò che riguarda questi settori e le strategie di protezione dall’inflazione e di diversificazione per tanto vengono consigliare. Il settore green è in forte espansione sotto tutti i punti di vista.
Investire quindi sui titoli di alta qualità ma anche su azioni ultra-economiche. Queste ultime, in generale, hanno subito una fase di forte ribasso, quindi hanno un margine di recupero importante, se guardiamo sul breve termine. Alla domanda dell’intervistatrice se la guerra influenzi i movimenti del mercato, Grantham risponde che no, la guerra non è un fattore che incida in generale. Ma l’analista si dimostra preoccupato su come gli assetti geopolitici possano mutare il quadro generale. Grantham spiega che Cina e Russia si stanno muovendo, a suo dire, in modo “un po' pericoloso”. Le loro relazioni con gli Stati Uniti sembrano sfilacciate e la prospettiva che Donald Trump assuma una posizione filo-russa e tiepida dentro la NATO potrebbe cambiare radicalmente l’assetto internazionale, con effetti ancora non del tutto chiari. Il mercato, si sa, odia le incertezze.