Chili, bilancio pauroso: nel 2022 persi oltre 16 mln. Si dimette l'ad Tacchia

La piattaforma streaming di film di cui primo socio è col 36,2% la lussemburghese Capsicum, seguita dalla Torino 1985 della famiglia Lavazza (caffè) col 18,5%

di Andrea Giacobino
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Giorgio Tacchia
Economia

Chili, bilancio choc

Bilancio-choc e dimissioni dell’amministratore delegato per Chili, piattaforma streaming di film di cui primo socio è col 36,2% la lussemburghese Capsicum, emanazione del fondo Negentropy seguita dalla Torino 1985 della famiglia Lavazza (caffè) col 18,5%. Qualche giorno fa, infatti, a Milano s’è svolta l’assemblea dei soci guidata dal presidente Ferruccio Ferrara per esaminare il bilancio 2022 chiuso nella parte ordinaria con una perdita di ben 16,4 milioni di euro salita a 18,7 milioni nel consolidato e con un patrimonio netto negativo per 4 milioni.

C’è da osservare che nel 2021 la perdita ordinaria era stata di solo un milione ma che Chili ha accumulato un disavanzo non ripianato di oltre 70 milioni cui si somma quella del 2022, riportato a nuovo e peraltro anno su anno il fatturato è fortemente diminuito da 45 a 25,4 milioni pur avendo la piattaforma oltre 5,8 milioni di utenti registrati.

Subito dopo i numeri l’assemblea è stata informata delle dimissioni fra gli altri dell’amministratore delegato Giorgio Tacchia e nel board sono entrati Roberto De Piano e Ciro Scala. La relazione sulla gestione offre però una speranza di continuità per l’azienda che poche settimane fa ha siglato un accordo per cedere alla Sysdata (emanazione di Globant, società di servizi tecnologici nativa digitale quotata al Nasadq) ha annunciato l’acquisizione da parte di Sysdata, azienda bolognese attiva nella consulenza tecnologica e progetti, del ramo d’azienda di Chili che include il contratto relativo alla commessa Figa. La cessione consente “l’ingresso di ingenti risorse, efficacemente contrastando la tensione finanziaria della società aggravatasi nell’ultimo biennio”.