"Biologico? Obiettivo 25% entro il '27. Ma bisogna convertire gli agricoltori"
L'intervista a Maria Grazia Mammuccini di Federbio e a Reinhard Verdorfer, direttore di Bioland, per promuovere il progetto: "Più biologico regionale in Europa"
"Il bio è un punto di forza del settore agroalimentare e agricolo italiano", l'evento a Milano di Bioland, con Maria Grazia Mammuccini (presidente Federbio) e Reinhard Verdorfer
"Occorre convertire gli agricoltori al biologico, agire per i consumi, altrimenti si rischia l'effetto boomerang", sottolinea Maria Grazia Mammuccini, presidente di Federbio (Federiazione italiana dell'agricoltura biologica e biodinamica) nel corso dell'evento “Più Biologico Regionale in Europa”, un’iniziativa di Bioland e dell'Unione Europea, tenutosi martedì 5 marzo presso il ristorante vegetariano gourmet Joia di Pietro Leeman
Con l'obiettivo di aumentare il consumo e le vendite di prodotti biologici in Italia e in Germania tra il 2023 e il 2026, il progetto ha lo scopo di sensibilizzare e informare tutti i cittadini italiani sui prodotti biologici regionali e, di conseguenza, rafforzare la consapevolezza e la conoscenza di base degli standard biologici nell'Ue. A tal fine è stata creata una campagna di informazione, comunicazione e sensibilizzazione che coinvolgerà 15 città italiane per un periodo di tre anni.
Bioland Alto Adige, insieme a Bioland eV (Bioland Gesamtverband Deutschland), si è aggiudicato l'appalto per la realizzazione di un progetto di marketing biologico (Promozione dei prodotti agricoli, AGRIP). L’elemento centrale della campagna "Più biologico regionale in Europa" sarà, infatti, un tour con la Biomobile, (un Volkswagen ID-Buzz con rimorchio) che, come mezzo di scambio e divulgazione sul biologico, farà il giro delle principali città italiane, fino all’inizio del 2026. Bioland Alto Adige conta, ad oggi, circa mille produttori associati , 40 trasformatori e circa 2000 ettari di coltivazione di mele di tavola biologiche.
"Vogliamo spiegare il tema dell'agricoltura biologica al maggior numero possibile di consumatori, in modo semplice. Quando i consumatori scelgono un prodotto biologico, fanno innanzitutto qualcosa di buono per sé e per la propria famiglia", ha dichiarato Reinhard Verdorfer, Direttore di Bioland. "Tutto è sostenibile, ma non significa che tutto possa essere bio. Bisogna accertarsi che ogni prodotto abbia il logo biologico dell'UE, che fornisce un'identità visiva coerente ai prodotti biologici."
Altri punti chiave della comunicazione biologica sono la conoscenza del significato delle etichette biologiche e i requisiti del Regolamento biologico dell'UE, che ogni azienda agricola biologica deve rispettare. Anche se la Germania ha un mercato più grande, l'Italia spicca tra i Paesi più biologici in Europa con 2,3 milioni di ettari, arrivando così a coprire il 18,7% della superficie agricola nazionale: il dato più alto in Ue. "Il bio rappresente sicuramente un punto di forza del nostro settore agroalimentare e agricolo. Tant'è che in 10 anni l'export di bio è cresciuto moltissimo, andando oltre il 180% di crescita", afferma Mammuccini. “Quasi il doppio della superficie agricola (2.349.880 ettari) rispetto al resto d'Europa è coltivata con metodo biologico in Italia”, aggiunge, "questo significa che l'obiettivo del 25% di superficie biologica potrà essere raggiunto già entro il 2027, e non entro il 2030 come previsto dal Green Deal dell'UE."
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Nell’ultimo anno però la crescita dei consumi dei prodotti certificati bio si è fermata, soprattutto considerando l'effetto dell'inflazione che ha ridotto il potere di acquisto degli italiani. Come evidenzia il presidente di Federbio: "Siamo in una fase di contrazione rispetto ai consumi come lo è tutto l'agroalimentare, forse il biologico anche meno. Questo è l'effetto dell'inflazione."
Per il futuro il settore del bio si augura di avere una maggiore fiscalità ambientale che premi chi impatta positivamente sull'ambiente. Per esempio il presidente di Federbio, sottolinea come da tempo "chiediamo di avere il credito d'imposta sui costi di certificazione e soprattutto avere l'IVA al minimo." Questo oltre che agevolare il settore bio, favorirebbe anche il consumatore, diminuendo il prezzo al cittadino senza impattare sulle imprese".
Ma come si posizione il bio rispetto alle richeste mosse negli ultimi mesi dagli agricoltori nei confronti dell'Unione Europea? Difficile darne una panoramica univoca vista la diversità di paesi in cui le proteste hanno avuto luogo, quello che però è certo è che "dalla pandemia in poi, e ancor più con la guerra in Ucraina, le difficoltà degli agricoltori si sono acuite", sostiene il volto di Federbio. "I costi di manodopera, ed energia sono aumentati, con essi anche i prezzi dei concimi chimici e dei fitofarmaci, quindi tutti i costi che interessano un'azienda agricola". E aggiunge: "I lunghi periodi di siccità hanno danneggiato il raccolto degli agricoltoti dal punto di vista del compenso, la filiera non garantisce un'equità agli agricoltori."
Mammuccini ritiene che si debba avere un sistema normativo che consenta all'agricoltore di avere il prezzo, quello che però non condivide delle loro proteste (ndr. oltre che la modalità con cui si sono tenute), è "accusare il Green Deal, e quindi tutte le normative previste dal "Farm to Fork" (riduzione di uso di pesticidi, emissioni di CO2 etc.) per promuovere una produzione che tuteli la biodiversità, di danneggiare e consumatori nel mondo agricolo." Secondo il presidente le proteste degli agricoltori sono figlie di politiche del passato che hanno dato sostegno all’agricoltura intensiva e alle multinazionali, politiche da superare in modo da convertire gli agricoltori al biologico e "dargli gli strumenti per produrre in modo sostenibile, con il biologico."
Perchè si punta tanto a sensibilizzare i consumatori? "Perchè mangiando biologico si aiuta la propria salute ma soprattutto si aiuta l'ambiente contrastando la perdità di biodiversità e il cambiamento climatico." Ma per farlo, ed è a questo che punta il progetto di Bioland, bisogna creare un rapporto di fiducia con i cittadini per insegnargli ad evitare lo spreco alimentare. Proprio in merito Maria Grazia Mammuccini conclude: "Lo spreco alimentare è oltre il 30%, rifiuti che provengono maggiormente dal domestico. Come combatterlo? Comprando meno e consapevolmente, per non nuocere alla nostra salute.