Bitcoin alle stelle con Trump, nuovo record. E adesso la criptovaluta potrebbe sostituire il dollaro
Cosa riserverà il nuovo presidente agli investitori e al mondo crypto? E che impatto avrà sull’Europa? Parla Giacomo Vella, co-direttore dell'Osservatorio Blockchain & Web3
Bitcoin vola al massimo storico dopo la vittoria di Trump: è davvero l'inizio di una nuova era per le criptovalute?
Con la vittoria di Donald Trump alle elezioni 2024, il prezzo del Bitcoin ha toccato un nuovo record. Il "re delle criptovalute" ha superato i 75 mila dollari, un'impennata chiaramente attribuibile all’idea che il nuovo presidente americano favorisca un contesto normativo più aperto al settore crypto, aizzando le aspettative di chi spera in un cambiamento radicale nelle politiche finanziarie degli Usa.
Dapprima contrario, già da agosto, Trump aveva addolcito la sua retorica sulle criptovalute, dichiarando di voler fare degli Stati Uniti la "capitale delle criptovalute del pianeta". Ma cosa riserverà il nuovo presidente agli investitori e al mondo crypto? Sarà capace di ammorbidire i rapporti tra il governo e le crypto? Ma soprattutto che impatto avrà anche sull’Europa? Affaritaliani.it ha approfonfito il tema con Giacomo Vella, co-direttore dell'Osservatorio Blockchain & Web3.
Perché, secondo lei, l’elezione di Trump ha avuto un impatto così immediato e significativo sul prezzo del Bitcoin?
Attualmente, il Bitcoin è salito oltre i 75mila dollari, stabilizzandosi poi sui 73,7mila. Trump si è sempre mostrato favorevole alle criptovalute e, in questa campagna elettorale, ha accentuato ancora di più il suo sostegno. Ha persino dichiarato di voler investire in criptovalute per creare una riserva strategica nazionale, con l’intenzione di legittimarle a livello federale.
Il settore crypto, compresi attori importanti come Coinbase e figure di spicco come Elon Musk, ha dato grande risonanza a questa posizione di Trump, riconoscendolo come un alleato per il mercato. In un ambiente volatile e fortemente speculativo come quello delle criptovalute, la vittoria di Trump, soprattutto per una campagna elettorale non scontata, è stata interpretata come una spinta significativa per il Bitcoin, la principale criptovaluta globale.
La promessa di Trump di fare dell’America la “capitale cripto” del mondo può davvero tradursi in politiche concrete? Quali potrebbero essere le sue prime mosse?
Dall’esterno, le dichiarazioni di Trump non sembrano solo slogan elettorali: l’impatto sul mercato è stato immediato, e molti attori del settore cripto, specialmente americani, hanno reagito positivamente. Alcuni hanno commentato: “Abbiamo vinto, ora cambierà tutto”, e altri hanno ipotizzato persino che Gary Gensler, attuale presidente della SEC, potrebbe essere licenziato. Trump porta con sé il sostegno di una parte significativa del mondo cripto e, secondo me, queste non saranno promesse a vuoto.
Se gli Stati Uniti promuovono una politica cripto-friendly, quali potrebbero essere le conseguenze per le economie emergenti che cercano di regolamentare o limitarne l'uso?
Se gli Stati Uniti adottano una politica favorevole alle criptovalute, le economie emergenti potrebbero trovarsi ad affrontare sfide alquanto interessanti. Negli ultimi anni, infatti, le criptovalute sono diventate un'alternativa per combattere l'inflazione e l'instabilità economica in molti paesi in via di sviluppo, che le utilizzano come riserva di valore o come mezzo di pagamento. Tuttavia, se gli Stati Uniti riuscissero a promuovere attivamente un sistema cripto-friendly, potrebbero esserci conseguenze geopolitiche significative.
Paesi come quelli dell’America Latina che vedono nel dollaro una moneta di riserva, potrebbero cercare di adottare le criptovalute come alternativa per sfuggire al dominio della moneta fiat. Allo stesso tempo, la crescente promozione della crypto da parte degli Stati Uniti potrebbe portare alcuni governi a intensificare le regolamentazioni o a limitare l'uso delle criptovalute per preservare la sovranità monetaria.
L'aumento del prezzo del Bitcoin e di altre criptovalute ha portato molti a pensare che il settore sia maturo abbastanza per l'istituzionalizzazione. Cosa comporterebbe, in termini pratici, per gli investitori?
Sicuramente, stiamo assistendo a un processo di maturazione che abbiamo già visto anche con l'amministrazione Biden, sebbene la SEC abbia spesso avuto posizioni più rigorose verso alcuni attori del settore. L'approvazione di strumenti come l'ETF sul Bitcoin e l'Ethereum ha già contribuito a legittimare l'investimento nelle criptovalute, aprendo la strada a una maggiore accettazione istituzionale.
Personalmente, credo che assisteremo a un ulteriore impulso in questa direzione, anche in Europa, dove il settore sta iniziando a essere regolamentato. L’obiettivo sarà separare ciò che è illecito e i movimenti più speculativi da ciò che potrebbe rappresentare una nuova classe di asset o uno strumento d'innovazione. Con Trump, poi, ci potrebbe essere una spinta aggiuntiva verso l’adozione di politiche favorevoli alle criptovalute. Tuttavia, è ancora da vedere quale direzione vincerà.
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Cosa intende dire con "quale direzione vincerà"?
Le criptovalute sono spesso sostenute anche da movimenti libertari, tra cui quelli pro-armi e parte dei seguaci di Trump. Questo implica che ci sia una componente ideologica molto forte, che spinge per l'uso delle cripto come alternativa alla moneta fiat. Bisognerà quindi capire se prevarrà l'approccio istituzionale e regolato o se la parte più ideologica, di pancia, avrà la meglio.