Crollo del Bitcoin, il Ceo di Binance Italia: "Ecco perché allarmarsi è sbagliato". Il punto che sfugge anche ai più esperti
Dopo l'annuncio sulla creazione di una "riserva strategica" di asset digitali, il Bitcoin ha registrato un crollo. Ma perché è successo? L'intervista a Gianluigi Guida, Ceo di Binance Italia
Gianluigi Guida, Ceo di Binance Italy
Crollo Bitcoin, è ora di preoccuparsi? Parla Guida (Binance): "Solo una correzione di prezzo. Ecco gli effetti dei dazi di Trump sulle criptovalute"
Dall’euforia al panico in poche settimane: il Bitcoin ha vissuto un’impennata fino a 105.000 dollari a fine gennaio, cavalcando l'entusiasmo post-elettorale per Donald Trump, solo per poi precipitare fino a 75.000 dollari. Il colpevole? Per alcuni, proprio l’ex presidente, il cui ordine esecutivo sulla creazione di una “riserva strategica di Bitcoin” ha generato più dubbi che certezze.
Ora la domanda è: cosa potrebbe riportare il Bitcoin a livelli record? Trump ha fatto capire di voler trasformare gli Usa nella capitale mondiale delle criptovalute, ma senza una strategia chiara sugli acquisti statali, così gli investitori restano ancora scettici. Tuttavia, se la sua amministrazione dovesse spingersi oltre, ad esempio con una regolamentazione più favorevole o incentivi per le aziende crypto, il mercato potrebbe reagire con una nuova ondata di acquisti. È quanto conferma ad Affaritaliani.it anche Gianluigi Guida, Ceo di Binance Italia, la prima piattaforma di scambio criptovalute al mondo.
Dall'effetto Trump alla crisi di fiducia: il Bitcoin ha perso circa il 20% del suo valore dall’insediamento del tycoon. Cosa è cambiato rispetto all’entusiasmo post-elettorale?
C'è chi ha attribuito i meriti a Trump quando il Bitcoin è salito e i demeriti quando è sceso. Io credo che sia abbastanza normale che ciò accada, sia nei mercati tradizionali che, forse ancor più, nei mercati innovativi. Le correzioni di prezzo a breve e medio termine si verificano da sempre, perché ovviamente chi ha acquistato vuole anche capitalizzare. Mi sembra evidente che sia questo il caso. Insomma, il Bitcoin è salito nei mesi scorsi, anche in modo consistente, ma non mi sorprende affatto questa flessione: è una normalizzazione dei prezzi. Bisogna sempre guardare al lungo periodo.
In questo caso, la curva di crescita del prezzo del Bitcoin è stata esponenziale. Sicuramente è sceso rispetto ai 105.000$ di qualche mese fa, ma la curva resta comunque abbastanza robusta. Il cosiddetto "crollo" va quindi ponderato con attenzione. Il prezzo del Bitcoin è comunque decisamente più alto rispetto a un anno fa. C'è quindi una correzione di prezzo, ma da qui a parlare di allarme mi sembra esagerato. C'è un detto che dice "buy on rumors, sell on news" (compra sulle voci e vendi sulle notizie).
Ma in cosa consiste questa riserva strategica annunciata da Trump?
Trump ha firmato un ordine esecutivo per creare questa riserva, che potrebbe aver influenzato i prezzi. Va detto che, per ora, il Governo non acquisterà nuovi Bitcoin per questa riserva, ma utilizzerà quelli che già possiede, circa 200mila euro in Bitcoin.
In ogni caso, Trump ha deciso che il Governo non spenderà altro denaro per acquistarne di nuovi. È chiaro che un acquisto potrebbe far salire i prezzi, ma il Governo manterrà quelli che ha già e li metterà in una riserva strategica insieme ad altre criptovalute. Quindi, la notizia positiva è che la riserva è stata creata.
Se il Governo americano dovesse vendere tutti i Bitcoin che ha in un colpo solo, i prezzi subirebbero un impatto negativo. Ma resta il fatto che è la prima volta che uno Stato di grande importanza istituisce una riserva che non include solo asset tradizionali, ma anche asset innovativi come le criptovalute. Probabile che altri Stati seguiranno l’esempio.
Le tariffe commerciali promesse da Trump faranno crollare ulteriormente il prezzo di bitcoin nel 2025?
Il mercato degli asset digitali e delle criptovalute è ormai sempre più legato ai mercati tradizionali. Questo accade per vari motivi, tra cui il fatto che anche gli attori tradizionali e le banche di investimento ormai acquistano e vendono asset digitali. Così, quando vendono asset tradizionali, vendono anche quelli digitali e viceversa, creando una connessione sempre più forte tra i due mercati.
L'annuncio dei dazi, ad esempio, ha fatto scendere anche i prezzi dei crypto asset, a dimostrazione di questa interconnessione. Trump, con la sua tipica strategia da imprenditore, gioca su minacce e negoziazioni, per poi arrivare a un compromesso.
Se lei potesse consigliare Trump su una politica crypto vincente, quale sarebbe la prima mossa da fare?
Sicuramente, creare un ambiente favorevole, con incentivi chiari e significativi. Con "favorevole" intendo un ambiente normativo che sappia adattarsi, perché sappiamo che negli ultimi anni c'è stata una repressione da parte della Sec, con atteggiamenti molto duri che non hanno affatto incentivato il settore negli Stati Uniti, nonostante il potenziale. Quindi una politica di non repressione, ma di dialogo, sarebbe cruciale, perché lavorare in un ambiente con regole chiare e precise è fondamentale per le aziende.
Creare incentivi fiscali è altrettanto importante, così come definire principi concreti per le start-up che investono nella blockchain. Insomma, un mix che crei un ambiente più favorevole: normative che siano al passo coi tempi possono favorire l'implementazione, portando anche a un rialzo dei prezzi. Inoltre, un ambiente più chiaro e informativo potrebbe favorire ulteriormente l’adozione istituzionale da parte di banche tradizionali, banche di investimento e fondi. Questo potrebbe far sì che l'investimento in digital asset non venga più demonizzato, ma diventi parte integrante di un portafoglio di investimenti di un fondo.
Secondo lei, Trump può davvero rendere gli Stati Uniti la capitale mondiale delle criptovalute, o è solo una narrazione per attrarre investitori?
Le potenzialità ci sono. Come abbiamo visto in passato, gli Stati Uniti sono la patria di grandi società innovative. Ci sono le basi e e ci sono i capitali. Quindi sì, potrebbe diventarlo. Non dimentichiamoci però che altri Stati, a livello globale, sono partiti un po' prima. Vedremo: sono tempi molto interessanti e incerti, e la curiosità è padrona.