"Bitcoin oltre ogni limite, ma non è ancora un asset regolamentato: investire sì, ma con cautela"
Il record storico della criptovaluta ha infiammato il mercato: asset strategico o bolla pronta a esplodere? L'intervista a Francesco Dagnino, socio fondatore dello studio legale Lexia
Bitcoin sfonda i 106mila dollari: "Ma è ancora lontano dall'essere un asset class regolamentato"
Bitcoin fuori controllo. Nella giornata di ieri la cripto valuta per eccellenza ha sfondato i 106.000 dollari, mettendo il turbo soprattutto grazie a Donald Trump. Il tycoon, in vista dell’insediamento a gennaio, rilancia l’idea di una riserva strategica di Bitcoin negli Usa, scaldando il mercato e alimentando l’euforia degli investitori. E così si infiamma il dibattito: siamo davanti a una bolla pronta a esplodere? Affaritaliani.it l'ha chiesto a Francesco Dagnino, socio fondatore dello studio legale Lexia.
Il bitcoin sfonda i 106.000 dollari per la prima volta nella storia: che cosa c'è dietro questo rally?
Dietro l’ultimo rally si può intravedere la convergenza di strategie di portafoglio da parte di grandi e piccoli operatori istituzionali (ma anche di Stati sovrani, come recentemente abbiamo visto con l’esempio emblematico di El Salvador) oltre alla ricerca di un’alternativa dinanzi a incertezze macroeconomiche diffuse. La percezione, in ogni caso, è che quasi tutti si stanno rendendo conto che non è possibile restare ai margini della vicenda e che tutti gli investitori - istituzionali e non, chi più chi meno - stanno cercando di recuperare terreno.
Bitcoin senza controllo oltre i 106k dollari: c’è il rischio bolla o ormai è un asset class a tutti gli effetti?
Nonostante il superamento di quota di 106mila euro abbia ridotto la percezione del Bitcoin come fenomeno esotico e quest’ultimo abbia dato prova di resilienza in più occasione, da più fronti si alzano ancora dubbi sulla possibilità di considerarlo come asset class, anche a causa del fatto che ad oggi resta un asset non regolamentato (che, tuttavia, è il suo carattere essenziale). Ad oggi si possono ipotizzare assestamenti ma non vi sono segnali che ne indichino un crollo imminente.
Che previsioni possiamo fare per il 2025?
Entro il 2025 potremmo assistere a mercati crypto più ordinati, in cui una regolamentazione sempre più uniforme, soprattutto da parte di autorità europee, stabilizzerà il settore. Se da un lato la maggiore regolamentazione imporrà nuovi costi a carico degli operatori del settore, tale contesto, unito all’inclusione di Bitcoin e altre crypto in fondi di investimento come gli ETP, favorirà un accesso più diffuso a questo asset, potenzialmente democratizzandolo in maniera ancora più marcato.
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Conviene investire ora nelle crypto?
Determinare se investire ora possa ancora convenire, impone una riflessione su volatilità, rischi legali e mutabilità delle politiche a livello sovranazionale. C’è chi ritiene che la corsa verso valori stellari sia imminente e chi invece preannuncia un disastro, ma, come per ogni asset, la prudenza resta il principio fondamentale nella definizione della propria esposizione. Come ogni asset, è possibile considerarlo in una strategia di portafoglio diversificata, in base al proprio profilo e situazione personale e senza alcuna pretesa di garanzia.