Bce, il bollettino economico: "Crescita stabile nel terzo trimestre, rischi verso il basso"
La manifattura rallenta. Fattori avversi pesano sul Pil
Bce: rivede al ribasso Pil, +0,8% in 2024, +1,3% in 2025
Secondo le proiezioni degli esperti della Bce l’economia crescerebbe a un tasso pari allo 0,8 per cento nel 2024, che salirebbe all’1,3 nel 2025 e all’1,5 nel 2026. Lo si legge nel bollettino economico. Si tratta, spiega la Bce, "di una lieve revisione al ribasso rispetto all’esercizio di giugno, principalmente riconducibile a un minore contributo della domanda interna nei prossimi trimestri".
"La crescita mondiale ha mostrato capacità di tenuta nel secondo trimestre del 2024 e si dovrebbe mantenere stabile nel terzo. Tuttavia, i dati più recenti indicano che il settore manifatturiero sta rallentando, mentre la politica monetaria rimane restrittiva. Tali segnali, unitamente alle elevate tensioni geopolitiche e alla volatilità nei mercati finanziari, suggeriscono che fattori avversi alla crescita potrebbero intensificarsi nel breve periodo": lo scrive la Bce nel bollettino economico mensile.
Bce: su tassi non vincolati a percorso; guidati dai dati
Il Consiglio direttivo della Bce "è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine e manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo obiettivo". Lo si legge nel bollettino economico in cui si ribadisce che per determinare livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo "continuerà a seguire un approccio guidato dai dati, secondo il quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione". In particolare, le decisioni sui tassi di interesse "saranno basate sulla sua valutazione circa le prospettive di inflazione, alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, la dinamica dell’inflazione di fondo e l’intensità della trasmissione della politica monetaria. Il Consiglio direttivo non intende vincolarsi a un particolare percorso dei tassi".
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Bce: tassi mutui restano elevati, dinamica credito fiacca
"Nel complesso i costi di finanziamento restano restrittivi, in quanto i passati incrementi dei tassi di riferimento stabiliti dal Consiglio direttivo continuano a esercitare i loro effetti lungo la catena di trasmissione". Lo rileva la Bce nel bollettino economico. "A luglio - spiega la Bce - i tassi di interesse medi sui nuovi prestiti alle imprese e sui nuovi mutui ipotecari sono rimasti elevati, rispettivamente al 5,1 e al 3,8 per cento. La dinamica del credito resta fiacca, in un contesto di debolezza della domanda. A luglio i prestiti bancari alle imprese sono aumentati dello 0,6 per cento sui dodici mesi, registrando una lieve contrazione rispetto a giugno, e la crescita dei prestiti alle famiglie è salita allo 0,5 per cento. Nello stesso mese l’aggregato monetario ampio, misurato da M3, ha segnato un’espansione del 2,3 per cento, valore identico a quello osservato a giugno".
Bce: rischi crescita orientati verso basso
"I rischi per la crescita economica restano orientati verso il basso". Lo rileva la Bce nel bollettino economico aggiungendop che "la minore domanda di esportazioni dell’area dell’euro, dovuta ad esempio all’indebolimento dell’economia mondiale o all’acuirsi delle tensioni commerciali tra le maggiori economie, graverebbe sull’espansione dell’area". "La guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente - prosegue la Bce - rappresentano significative fonti di rischio geopolitico. Ciò potrebbe indurre una perdita di fiducia riguardo al futuro in famiglie e imprese e produrre interruzioni negli scambi internazionali. L’espansione economica potrebbe inoltre risultare inferiore se gli effetti ritardati dell’inasprimento della politica monetaria si rivelassero più intensi delle attese. Al contrario, l’espansione potrebbe risultare superiore se l’inflazione diminuisse più rapidamente del previsto e se la crescita della fiducia e dei redditi reali comportasse un aumento della spesa maggiore di quanto anticipato, oppure se la crescita dell’economia mondiale fosse più forte delle aspettative".
Bce: relazioni Draghi e Letta evidenziano necessità riforme
"Le politiche di bilancio e strutturali dovrebbero essere mirate ad accrescere la produttività e la competitività dell’economia; ciò contribuirebbe a innalzare il potenziale di crescita e a ridurre le spinte sui prezzi nel medio periodo". Lo si legge nel bollettino economico della Bce in cui si aggiunge che "la relazione di Mario Draghi sul futuro della competitività europea e quella di Enrico Letta sul rafforzamento del mercato unico sottolineano l’urgente necessità di riforme e forniscono proposte concrete in tal senso. L’attuazione piena, trasparente e tempestiva del nuovo quadro di governance economica dell’Ue aiuterà i governi a ridurre stabilmente il disavanzo di bilancio e il rapporto debito/PIL; nel definire i propri piani di medio termine per le politiche di bilancio e strutturali, i governi dovrebbero ora iniziare a procedere risolutamente in questa direzione".