Boom di dividendi: in tre anni cresciuti 14 volte in più degli stipendi
L'Italia è alla 22esima posizione per il livello dei salari medi annuali. Tra il 2020 e il 2024 i dividendi sono aumentati del 86%, i salari solo del 13%
Oxfam, in tre anni i dividendi sono cresciuti 14 volte più dei salari
L'aumento vertiginoso dei dividendi distribuiti agli azionisti rispetto alla modesta crescita dei salari dei lavoratori sta alimentando un divario sempre più ampio tra le élite finanziarie e la classe lavoratrice, secondo un'analisi condotta da Oxfam.
Tra il 2020 e il 2023, i dividendi delle 1200 società a maggiore capitalizzazione del mondo hanno registrato un aumento significativo, superando di quattordici volte la modesta crescita dei salari medi in 31 Paesi, che rappresentano l'81% del prodotto interno lordo (PIL) globale.
Questo fenomeno, emerso nel rapporto diffuso in occasione del primo maggio, si basa sull'analisi del Janus Henderson Global Dividend Index, che traccia l'evoluzione annuale del 90% dei dividendi globali. In particolare, l'Italia emerge come uno dei paesi più colpiti da questa tendenza. Nel nostro paese, tra il 2020 e il 2023, i dividendi delle società quotate in borsa sono aumentati del 86%, mentre nello stesso periodo i salari reali dei dipendenti del settore privato hanno subito una contrazione del 13%. Che cosa significa? Che mentre i profitti delle imprese crescono in modo esponenziale, i lavoratori vedono il loro potere d'acquisto eroso giorno dopo giorno.
Una delle conseguenze più allarmanti di questa disparità è la crescente concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi. Secondo i dati di Wealth-X, l'1% più ricco al mondo detiene il 43% di tutte le attività finanziarie globali. Nel 2023, i membri di questo gruppo hanno incassato in media 9.000 dollari in dividendi, una somma che equivale a otto mesi di stipendio per un lavoratore medio nei paesi analizzati.
La situazione italiana è ulteriormente aggravata dal fatto che, negli ultimi trent'anni, i salari reali sono rimasti praticamente stagnanti. E un tale arretramento è evidente nel confronto con gli altri paesi Ocse, dove l'Italia è scesa alla 22esima posizione per il livello dei salari medi annuali, registrando un calo di ben 13 posizioni rispetto al 1992.
LEGGI ANCHE: Mps, Intesa, Cucinelli e non solo: a maggio è pioggia di dividendi in Borsa
Misha Maslennikov, consulente politico di Oxfam, ha sottolineato la gravità di questa disparità, definendola una "palese ingiustizia" che riflette un sistema economico che valorizza maggiormente la ricchezza rispetto al lavoro. Le cifre dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) confermano queste preoccupazioni, mostrando che quasi un quinto dei lavoratori globali guadagna meno di 3,65 dollari al giorno in termini di parità di potere d'acquisto (PPA), con due terzi dei lavoratori nei paesi a basso reddito al di sotto di questa soglia critica.