Borsa, Europa giù dopo la Fed. Piazza Affari negativa. Tensioni sul petrolio

Piazze finanziarie europee incerte all'indomani della decisione della Fed, che ha lasciato invariati i tassi di interesse ma aperto la strada a un taglio per settembre

di Redazione
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Europa giù dopo la Fed. Milano negativa 

Avvio incerto per le principali piazze finanziarie europee all'indomani della decisione della Fed, che ha lasciato invariati i tassi di interesse ma aperto la strada a un taglio per settembre. Si guarda alla Bank of Japan e a possibili ulteriori aumenti dei tassi di interesse, ma i listini fanno i conti anche con una densa settimanale di semestrali. 

A pesare sull’umore dei mercati è anche l’escalation in Medio Oriente e i timori di un allargamento del conflitto, unita al rallentamento a sorpresa della manifattura di Pechino a luglio, per la prima volta quest’anno. Non è quindi bastato il rialzo alla vigilia di Wall Street e il rimbalzo dei tech trainato da Nvidia e Amd, a cui si somma l’exploit Meta, casa madre di Facebook, che nell’after-market ha chiuso a +7,2% dopo una trimestrale sopra le aspettative.

A Milano l'indice Ftse Mib cede lo 0,52% a 33.586 punti con lo spread in leggera risalita a 139 punti base, in flessione anche Francoforte -0,42% e Parigi che lascia sul terreno lo 0,74%. In progresso Londra +0,3% dove si attendono le decisioni di politica monetaria della Banca d’Inghilterra.

A Piazza Affari maglia rosa per Mediobanca che segna +1,6% dopo la presentazione di risultati record, in rialzo di quasi un punto e mezzo percentuale Nexi e St. Tonfo per Prysmian -3,24% dopo i conti, cedono oltre il 2% anche Amplifon e Tenaris.

Sul fronte dei cambi, l’euro cala 1,0812 dollari (da 1,0825 ieri in chiusura) e 162,45 yen (162,80). Il cross tra la divisa nipponica e il biglietto verde è stabile a 150,26. Sale il gas scambiato sui 36,3 euro al MWh (+1,2%) così come prosegue la corsa del petrolio favorito da possibili interruzioni degli approvvigionamento per la crisi in Medio Oriente: il Brent del Mare del Nord, contratto ottobre, passa di mano a 80,7 dollari al barile (+0,8%), il Wti di settembre a 78,6 dollari (+0,9 per cento).

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