Carige, respinta la richiesta danni per oltre 480 mln dei Malacalza

La holding della famiglia di imprenditori aveva chiesto oltre 480 milioni di danni per il riassetto che aveva portato il Fondo al controllo della banca

Economia
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Carige, respinta la richiesta di danni per oltre 480 milioni dei Malacalza. La banca: "Accertata la piena legittimità dell'aumento di capitale"

Il Tribunale di Genova ha respinto le richieste di risarcimento presentate da Malacalza Investimenti, fino al 2019 primo azionista della banca, che aveva chiesto 482 milioni di danni per il riassetto che aveva portato il Fondo interbancario al controllo dell'istituto ligure. E' quanto riferiscono fonti legali. Respinte anche le domande riconvenzionali della banca.

Tra fine 2019 e inizio 2020 Malacalza Investimenti, holding della famiglia di imprenditori, Vittorio Malacalza come azionista singolo e una quarantina di altri soci avevano notificato alla banca richieste danni per quasi 500 milioni di euro complessivi chiedendo l'annullamento della delibera dell'assemblea Carige di settembre 2019.

Il Tribunale di Genova, quinta sezione civile, si e' pronunciato invece dichiarando - come si legge nel testo del dispositivo della sentenza anticipato da Il Secolo XIX - "inammissibili le domande di risarcimento" danni proposte nei confronti di Carige, del Fondo Interbancario di tutela dei depositi, dello Schema volontario del Fitd e di Cassa Centrale Banca da parte di Malacalza Investimenti e di Vittorio Malacalza.

Ha poi dichiarato "improcedibile" la domanda di annullamento della delibera sull'aumento di capitale di Carige presentata dal Rappresentante comune degli azionisti di risparmio e respinto le richieste di danni dello stesso Rappresentante e degli altri piccoli azionisti. "In caso di mancata approvazione dell'aumento di capitale da parte dell'Assemblea - si legge nel dispositivo - la banca sarebbe stata posta in liquidazione coatta amministrativa" e "solo l'intervento dei soggetti istituzionali e di Ccb ha consentito di realizzare il suo salvataggio". "E' impossibile affermare - conclude la corte - che gli amministratori abbiano agito con quell'abuso di potere cui l'art.2497 condiziona la speciale forma di responsabilita' azionata, ancora meno elementi sussistono per affermare che i soggetti beneficiati dovessero avere consapevolezza del carattere lesivo dell'operazione".

Il Tribunale, nel dispositivo della sentenza, ricorda i motivi per cui Malacalza Investimenti ha fatto ricorso contro la delibera sull'aumento di capitale (prezzo di emissione ed esclusione del diritto di opzione) per poi definire "incontroverso" il fatto che Malacalza "pur potendone evitare l'approvazione" (partecipando all'assemblea e opponendosi) "ha deciso di non partecipare all'assemblea permettendo cosi' l'adozione della delibera che assume essere illegittima e pregiudizievole". Sul tema dell'aumento la sentenza giudica ragionevole il comportamento dei commissari che hanno amministrato Carige fino al gennaio 2020.

Nel bilancio 2020 gli amministratori di Carige, nel trattare i rischi connessi a procedimenti in corso, avevano giudicato "remoto" il rischio di soccombenza nella causa con Malalcalza e altri soci per risarcimento danni
"La pronuncia del Tribunale costituisce un importante elemento di chiarezza in vista dei prossimi impegni strategici e gestionali che attendono il gruppo". 

Cosi' Banca Carige in una nota a commento della sentenza del Tribunale di Genova che ha respinto le richieste di risarcimento da parte di Malacalza Investimenti e altri soci contro la delibera assembleare di aumento di capitale del settembre 2019. "E' stata cosi' accertata la validita' e la piena legittimita' della delibera di aumento di capitale e dell'operato degli organi della banca", si legge nella nota.