Caro affitti, nelle grandi città serve il 46% dello stipendio. Il caso Firenze

A Vicenza, Milano e Bologna i rialzi maggiori. L'impennata dei costi dal 2018 al 2023

di Redazione Economia
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Caro affitti, prezzi fuori controllo nelle grandi città. La mappa degli incrementi negli ultimi 5 anni

Trovare una casa in affitto in Italia è diventato sempre più complicato, in particolare nelle grandi città, i prezzi sono schizzati a livelli da record. Uno studio sui canoni dal 2018 al 2023 svela numeri che hanno dell'incredibile. Si arriva anche a pagare fino al 46% dello stipendio per un dipendente medio. Sono cifre - rivela Il Sole 24 Ore - che danno la misura delle difficoltà lamentate da inquilini e imprese. "Non si può pensare che un affitto superi il 25-30% dello stipendio che prendono i giovani", ha dichiarato nei giorni scorsi il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, rilanciando la proposta di un “piano casa” anticipata al Festival dell’economia di Trento. Un piano per mettere a disposizione dei lavoratori abitazioni a costo sostenibile.

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Tra il 2018 e il 2023 il peso medio del canone sui redditi da lavoro dipendente nei capoluoghi di provincia è passato - prosegue Il Sole - dal 31,6% al 35,2 per cento. Superando il 40% in sei città, da Firenze (46,5%) a Bologna (40,2%). Il dato si riferisce ai nuovi contratti a canone libero registrati ogni anno presso le Entrate. A crescere sono anche i canoni del canale concordato, il cui peso sul reddito è salito dal 27,5 al 29% negli ultimi cinque anni, con 15 capoluoghi oltre il 30 per cento. L'incrocio dei dati Omi (Osservatorio del mercato immobiliare) con le statistiche fiscali delle Finanze mostra che dal 2018 la pressione dei canoni liberi sulle buste paga dei residenti è salita in media del 3,6 per cento. Con picchi a Vicenza (+8,5%), Bologna e Milano (entrambe al 6,3%).

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