Caro bollette, da Roma a Brescia: la protesta delle luci spente s'infiamma
Monta la protesta in tutta Italia: i sindaci delle grandi città e dei piccoli comuni scendono in piazza e "spengono le luci" contro i rincari energetici
Caro bollette, "Luci spente nei comuni": l'iniziativa lanciata da Anci dilaga da Nord a Sud
Prato, Livorno, Siena, Firenze, ma anche Milano, Roma e Brescia: l'iniziativa lanciata dall'Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) "Luci spente nei comuni" ha raccolto tantissime adesioni in tutta Italia. Intorno all’ora di cena di ieri i fari che illuminano i monumenti simbolo di tanti piccoli e grandi centri sono stati spenti in segno di protesta contro l'aumento repentino dei prezzi energetici. A Brescia Palazzo Loggia è rimasto al buio per più o meno un’ora. Stessa sorte per Palazzo Vecchio, Palazzo Medici Riccardi e Ponte Vecchio a Firenze.
“Il caro bollette è diventato insostenibile. Firenze si spegne simbolicamente per 30 minuti per chiedere un aiuto concreto al Governo", ha scritto sul suo profilo Twitter Dario Nardella, sindaco di Firenze. Ma non solo Nardella. A lanciare l'allarme sono tutti i sindaci che all'unisono profilano “il rischio di dover mettere mano al quadro generale delle previsioni di spesa per l’anno in corso, che ciascun Comune ha messo nero su bianco", si legge su Bresciaoggi.
"Il che si tradurrebbe in una contrazione della quantità e della qualità dei servizi normalmente erogati, per non parlare della possibilità di spegnere materialmente l’illuminazione pubblica per lunghi tratti della sera e della notte. Un’eventualità, quest’ultima, da scongiurare per una serie di motivi, in primis al fine di salvaguardare la sicurezza urbana”, continua il sito online. "L'Anci ha calcolato che la bolletta energetica, sulla base delle quotazioni attuali, costerebbe complessivamente ai comuni italiani oltre mezzo miliardo in più rispetto al 2021. Un rincaro medio che percentualmente si attesterebbe intorno al 30 per cento, con tutte le ricadute del caso".
Ad esempio, Gabriele Zanni, presidente dell’Associazione comuni bresciani, riferisce a Bresciaoggi.it che "le prime fatture a carico di alcuni comuni decretano aumenti fino al 50 per cento". Zanni, che è sindaco di Palazzolo, afferma di aspettarsi dallo Stato un intervento tempestivo, "o in forma di ristoro oppure attraverso accordi con le multiutility", in maniera tale che la bolletta venga calmierata già in fase di emissione.
L’appello diffuso da Anci è stato rilanciato anche da Samuele Alghisi, presidente della provincia bresciana che scrive: "Raccogliendo le istanze che giungono dal territorio mi faccio portavoce della preoccupazione dei sindaci, che denunciano una situazione esasperata. Aziende in ginocchio, già colpite dalla crisi economica legata al Covid, non possono permettersi di sospendere l’attività o addirittura chiudere le aziende, con ripercussioni gravi sui dipendenti, sui cittadini e sulle famiglie".
"È necessario, aggiunge, un intervento urgente e mirato per far fronte a questo grave problema economico e sociale. Questa situazione coinvolge anche il sistema dei servizi pubblici essenziali, che a causa della ridottissima marginalità rischiano di non riuscire a garantire i servizi alle collettività. Faccio dunque un appello ai parlamentari bresciani, affinché sollecitino il Governo in questo delicato momento. È necessario procedere celermente per avanzare proposte concrete per ridurre il caro bollette".
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