Case green, la direttiva è legge. Italia contro, Giorgetti: "E ora chi paga?"
Ecco le nuove regole contenute nella direttiva dell'Unione Europea per abbassare le emissioni di CO2 degli edifici. L'Europa ha solo due anni per adeguarsi
Le case green sono realtà, ok dell'Ue. Italia e Ungheria votano contro. Ecco tutte le nuove regole
"Abbiamo votato contro la direttiva sulle case green, si è concluso l'iter. Il tema è chi paga. Abbiamo esperienze purtroppo note in Italia". Lo ha detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti oggi a Lussemburgo per l'Ecofin.
"E' una direttiva bellissima, ambiziosa, ma alla fine chi paga? Noi abbiamo esperienze in Italia in cui pochi fortunelli hanno rifatto le case grazie ai soldi che ci ha messo lo Stato, cioè tutti gli altri italiani e diciamo che è un'esperienza che potrebbe insegnare qualcosa", spiega ancora il ministro.
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Case Green, Ecofin approva proposta di direttiva: Italia battuta
Il voto dei ministri dell’Economia chiude l’iter legislativo del file, già oggetto di accordo inter-istituzionale e approvato dall’Aula del Parlamento europeo. Con le nuove regole, dal 2030 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero.
Per gli edifici residenziali, i Paesi membri dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035.
In base alla nuova direttiva, gli Stati membri dovranno inoltre ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica.
Prevista l’eliminazione graduale delle caldaie tradizionali, da eliminare completamente entro il 2040. La nuova normativa non si applica agli edifici agricoli e agli edifici storici.
LE PAROLE DI GIORGETTI
Ue, direttiva casa green approvata in Consiglio. Contrarie Italia e Ungheria
Italia e Ungheria hanno votato contro la direttiva sulle case green, confermando la propria opposizione al testo, che è stato comunque approvato a maggioranza qualificata. Si sono astenute Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia; gli altri Paesi membri hanno votato a favore.