Chi è Emanuele Orsini, il nuovo presidente di Confindustria
Emiliano, modenese, è amministratore delegato di Sistem Costruzioni e di Tino Prosciutti. Orsini scavalca Garrone e sale ai vertici di Confindustria
Figlio d'arte e leader del legno e dei prosciutti: chi è il nuovo presidente di Confindustria Emanuele Orsini
Dopo il colpo di scena di ieri, arriva l'ufficialità: Emanuele Orsini si aggiudica la poltrona di presidente di Confindustria, incassando 147 sì su 173 presenti. La scalata di Orsini segue il brusco dietrofront di Garrone alla vigilia dell'assemblea del Consiglio Generale e il “patto della Colomba” stretto con Antonio Gozzi Ma in questa lotta senza quartiere, non ci sono né vincitori né vinti. Di sicuro Orsini si è destreggiato con maestria verso il vertice di viale dell’Astronomia, conquistandosi il sostegno del potente Nord Est industriale, che l'ha spalleggiato a gran voce contro Garrone e Gozzi. Non c'è da stupirsi se il suo team scommettesse già da tempo sulla sua vittoria. Eppure viene da pensare che c'è modo e modo di vincere, sopratutto con un terreno così spianato.
La corsa alla presidenza, avviata dopo Bonomi, era già partita con una serie di colpi di scena, come il passo indietro del vicepresidente Alberto Marenghi. Poi il patto segreto tra Orsini e Gozzi che in qualche modo muove le redini della corsa alla presidenza, schiacciando qualsiasi speranza di Garrone di emergere. Dopo l'esclusione di Antonio Gozzi, era chiaro come il sole che i voti del presidente di Federacciai non sarebbero mai atterrati sulle spalle di Edoardo Garrone. Le incompatibilità erano troppo evidenti. Gli sguardi erano invece rivolti verso Emanuele Orsini. E così ieri il patron del Sole24Ore ha evitato una resa dei conti finale, preservando le proprie pedine, i propri uomini, per il futuro di Confindustria. Orsini, favorito fin dall'inizio, ha invece mosso i suoi pezzi con astuzia, approfittando del vuoto lasciato da altri contendenti che tenevano banco solo nei discorsi. E così, quasi 190 elettori del Consiglio generale di Confindustria si "piegheranno" alla scelta di Emanuele Orsini, forse per volontà, forse per mancanza di alternative.
Nato nel 1973 a Sassuolo, da genitori imprenditori. Senza laurea ma con una determinazione senza pari, Orsini guida oggi Sistem Costruzioni e Tino Prosciutti, con un giro d'affari di oltre cento milioni di euro. Il suo ascendente nel panorama imprenditoriale è incrollabile: figlio d'arte, una scalata che è strettamente intrecciata con quella della famiglia. La Sistem Costruzioni, fondata dal padre nel 1978, è stata la sua scuola di vita. A 18 anni era già nei cantieri dell’impresa di papà Carlo per imparare il mestiere, che "se sai gestire un cantiere, sai gestire tutto", diceva Orsini stesso.
Con un fatturato di 40 milioni di euro, Sistem Costruzioni è un pilastro nel settore dei prefabbricati e dei materiali per la costruzione in legno. Dalle scuole alle palestre, dai ponti agli opifici, partecipando attivamente al ripristino delle zone colpite dai terremoti in Abruzzo, Emilia-Romagna e Marche. Oggi l'azienda guida un "network" di altre 15 società, con sedi in Centro America, e ha come principali partner Ferrari Auto, Maserati e Lamborghini. Nel portfolio delle società controllate da Sistem Costruzioni c'è il Maranello Village, il primo complesso residenziale dedicato al mondo del Cavallino, un progetto che rispecchia la passione per la F1 da sempre insita in Orsini.
Oltre alla Sistem Costruzioni, Orsini è anche amministratore della Tino Prosciutti, un'altra azienda di famiglia con un fatturato di 72 milioni di euro, leader nel settore del prosciutto crudo stagionato e disossato.
Cinquantuno anni, sposato con tre figli, una passione per la bicicletta, i labrador e le moto. Schietto e diretto, tratti tipici di un puro emiliano, Orsini ha ricoperto diversi ruoli di prestigio negli anni. Nel 2013 ha assunto la direzione di Assolegno, per poi essere eletto presidente di FederlegnoArredo e FederlegnoArredo Eventi nel 2017. Tuttavia, il suo mandato non è stato privo di controversie. Una di queste riguarda il dossier inviato da un funzionario di Flae sull'uso improprio di un'auto dell'associazione da parte di Orsini, una Porsche, e su lavori del valore di circa 10 mila euro effettuati presso la sua proprietà e finanziati da Flae stessa.
LEGGI ANCHE: Colpo di scena, Garrone si ritira dalla corsa alla presidenza di Confindustria
Per l'imprenditore: "Confindustria deve essere prima a Bruxelles e poi a Roma", considerando che, secondo lui, "l'industria italiana ed europea sono a rischio". Pertanto, nel suo programma, Orsini ha proposto di avviare "una rapida consultazione tra tutte le filiere per predisporre un documento da presentare alle altre confindustrie europee e al governo italiano in vista della formazione della nuova Commissione UE". Ora al prossimo presidente di Confindustria spetta un arduo compito: rimettere insieme i cocci di viale dell’Astronomia, sempre più logorata da anni di contrapposizioni, rilanciando il ruolo e l'autorevolezza di Confindustria stessa. Da primo emiliano a guidare l'organizzazione, si prepara con un programma incentrato su dialogo, identità e unità: queste le tre parole chiave di Orsini.