Ciliegie, il clima dimezza la produzione: a Milano fino a 20 euro al chilo

Siccità al Sud e piogge e nubifragi al Nord: il cambiamento climatico mette alla prova i coltivatori. E i prezzi della frutta schizzano

di Redazione Economia
Tags:
ciliegieclimafood
ciliegie.ferrovia
Economia

Per gli scherzi del clima la produzione di ciliegie è dimezzata e i prezzi sono schizzati fino a 20 euro al chilo. La qualità però è alta

C'è un vero proprio caso ciliegie, con prezzi alle stelle dovuti al calo della produzione. Chi ha provato ad acquistarle ha trovato un costo non inferiore ai 10 euro al chilo, ma in alcune zone lontane dalle coltivazioni come Milano si arriva anche a 20 euro al chilo. La situazione, come riporta il corriere.it, è ben descritta dalla Coldiretti di Puglia, una delle regioni con la più alta coltivazione di questo frutto. Solo a Bari, in particolare tra Conversano e Turi, si coltiva il 40% della produzione nazionale.

Leggi anche: Cimice asiatica, è allarme. Sos di Coldiretti: "Raccolti a rischio nel Lazio"

"A fronte di un brusco calo produttivo,  - afferma Coldiretti - gli agricoltori hanno dovuto far fronte al balzo dei costi di produzione e alla grave siccità. Con il caldo anomalo della primavera, risulta più che dimezzata la produzione delle pregiate ciliegie Ferrovia con un calo del 50%-60% di frutti sugli alberi rispetto allo scorso anno". Lo stesso vale anche per la qualità Bigarreau. Lo scenario è talmente preoccupante che è stato richiesto l'intervento dei tecnici della Regione Puglia per richiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale.

Leggi anche: Maltempo, Coldiretti chiede i danni per la forte grandinata su Roma Nord

Al Sud impreversa la siccità mentre il Nord è bersagliato dai nubifragi. I coltivatori di ciliegie di Vignola, nel Modenese, hanno dovuto far fronte all'allagamento dei campi, impendendo quindi il lavoro. "Per le ciliegie, le cui varietà precoci sono in piena maturazione,  - spiega Coldiretti - l rischio è che l’eccesso di acqua (nel terreno ed atmosferica) provochi il fenomeno definito “cracking” cioè “spacco”, consistente nella rottura dell’epidermide che si verifica quando, in fase di maturazione, ci sono piogge molto intense e umidità atmosferica elevata rendendo di fatto il prodotto non commercializzabile con le conseguenti perdite economiche". 

Leggi anche: Pappagallini voraci: danni nelle campagne del barese

Se la quantità scarseggia non si può dire lo stesso della qualità, che invece è particolarmente alta. "I mercati internazionali – spiega a corriere.it il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro – sono esigenti e richiedono prodotti di alta qualità, con caratteristiche specifiche come pezzatura generosa, colore omogeneo e eccellenti proprietà organolettiche. È fondamentale puntare sempre di più sulla qualità per garantire successo commerciale e ripagare gli investimenti degli imprenditori agricoli. Mantenere standard elevati non è facile, ma il ritorno è sostanziale: i mercati sono disposti a pagare il giusto prezzo per avere accesso a prodotti di eccellenza provenienti dalla nostra terra".