Cina, guerra contro i liquori europei. Titoli a picco, sbanda anche Campari

La vendetta di Pechino per l'indagine antidumping dell'Ue sulle auto elettriche

di Redazione Economia
Xi Jinping
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La Cina avvia indagine antidumping sul brandy importato dall'Ue

La Cina ha avviato un'indagine antidumping sul brandy importato dall'Unione europea, in un momento di tensione commerciale tra le due superpotenze commerciali. Il ministero del Commercio ha dichiarato che l'indagine fa seguito a una denuncia presentata a novembre dall'associazione cinese dei liquori per conto dell'industria nazionale del brandy.   

Secondo il ministero di Pechino, la denuncia includeva "le prove pertinenti necessarie per procedere a un'indagine antidumping, come stabilito dalle normative (nazionali)".   L'indagine esaminerà il sospetto di dumping tra ottobre 2022 e settembre 2023, nonché i danni industriali subiti tra il 2019 e il 2023. E si concluderà probabilmente entro il 5 gennaio 2025, anche se potrà essere prorogata di sei mesi in "circostanze particolari", ha aggiunto.   

Secondo un rapporto del gruppo di ricerca Daxue Consulting, nel 2022 la Cina ha importato più brandy di qualsiasi altro alcolico, la maggior parte del quale proveniente dalla Francia. Immediate le ripercussioni in Borsa, con il titolo di Rémy Cointreau che è sceso del 10,93% a 97 euro alla piazza di Parigi, dopo aver toccato il livello più basso dall'aprile 2020. Il cognac rappresenta i due terzi delle vendite del gruppo e, secondo gli analisti di Oddo Bhf, la Cina rappresenta quasi il 30% delle vendite. Al di là del fatturato, “è il potenziale di crescita di Rémy Cointreau che si trova davvero in Cina”, sottolinea Lionel Melka, partner di Swann Capital.

Pernod Ricard perde il 4,76% a 145,20 euro. Nel corso della settimana, Rémy Cointreau è crollato del 15% e Pernord Ricard di quasi il 10%.   A Milano Campari perde l'1,99% e a Londra Diageo cede l'1,87%. Anche il colosso mondiale del lusso Lvmh, il cui marchio di cognac Hennessy rappresenta una parte marginale del suo fatturato, ha perso l'1,96%. 

Per Lionel Melka l’annuncio va inserito “nel grande racconto dell’aggravarsi delle tensioni commerciali tra Cina e Occidente”. Le tensioni tra Cina e Ue si sono acuite da quando Bruxelles ha dichiarato di voler ridurre la propria dipendenza commerciale dalla Cina, in particolare per quanto riguarda il settore tech. I Paesi Bassi si sono recentemente uniti agli Stati Uniti e al Giappone nell’imporre limiti all’esportazione di apparecchiature avanzate per la produzione di chip, volti a impedire a Pechino di acquisire i chip più avanzati che potrebbero essere utilizzati nelle armi e nelle alte tecnologie.   A settembre la Commissione europea ha anche aperto un’indagine sui sussidi pubblici cinesi per le auto elettriche. "Quando veniamo attaccati, spesso è a causa del formaggio, del vino o dello champagne, colpiscono dove fa più male", sottolinea ancora l'esperto. Secondo una nota diffusa dagli analisti di Stifel, infine, le prospettive di crescita per il settore degli alcolici sono ridotte, a causa di un "contesto generale" che "resta cupo". 

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