Cingolani: "Liberi dal gas russo dal 2024. Serve un tetto al prezzo"
L'annuncio ufficiale: “Sicuramente non sarò ministro nel prossimo governo, per scelta”
Cingolani: liberi dal gas russo entro il 2024
"Sommando il risparmio energetico e le nuove forniture nella seconda metà del 2024 saremo totalmente indipendenti dalla fornitura di gas russa". Lo dichiara il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani nel corso di una conferenza stampa dove ha fatto il punto sulla situazione energetica nazionale. "Nel breve termine l'obiettivo è superare l'inverno 2022-2023 attraverso il piano di diversificazione, il riempimento degli stoccaggi e il piano di risparmio energetico", ha spiegato il ministro". Gli stoccaggi di gas sono oggi al 71,1% in "forte recupero". L'obiettivo resta il 90% in ottobre, "ma se si riesce a fare di più, meglio", ha aggiunto Cingolani. "Nel frattempo le richieste di nuovi impianti di rinnovabili nei primi 7 mesi del 2022 sono stati di quasi 9 GW, richieste che non possono nemmeno essere soddisfatte tutte per mancanza di pannelli e materie prime".
Serve il tetto al prezzo del gas
"Quanto lo paghiamo? Un botto. I prezzi erano saliti alla stelle anche prima della guerra. Chiamalo nervosismo, domanda-offerta, mismatch, ma anche speculazione: si fa fatica a spiegare questo livelli di prezzo per delle minacce di Putin" ha aggiunto Cingolani parlando del prezzo del gas. "Non è economia di mercato ma di guerra e allora il price cap sarebbe utile - ha proseguito - e, visto che l'Europa è il principale acquirente dei gasdotti, si può permettere di fare il prezzo di mercato. Si può pensare anche ad un price cap transitorio, da decidere magari se da applicare ad alcuni Paesi o a tutti. Anche un price cap con un prezzo alto potrebbe calmierare l'elettricità, quindi con un impatto importante sull'inflazione. Magari potrebbe essere pure indicizzato bimestralmente".
"Servono altri due rigassificatori"
"Manderemo al 100% di capacità i rigassificatori che abbiamo ma questo ci porterà altri 3/4 miliardi di metri cubi. Ci servono due rigassificatori nuovi" ha proseguito Cingolani. "Non possono essere messi a Sud per via di una strettoia a Sulmona e allora", ha spiegato, "sono da mettere al Nord, uno sul Tirreno e uno sull'Adriatico. Un giorno andranno via, saranno strutture galleggianti ormeggiate dove c'è un tubo a cui si possono collegare. Una è prevista a Piombino e l'altra a Ravenna. Piombino è quella che sarà pronta prima, perché ci sono tutte le condizioni tecniche per allacciarsi in sicurezza. Per Ravenna serve invece un raccordo quindi ci sarà bisogno di un anno in più ma è fondamentale che tra il primo trimestre del 2023 e il primo trimestre del 2024 inizino a rigassificare". "Stavano chiudendo le ultime centrali a carbone ma ora resteranno aperte un anno ancora, al massimo due, per avere un risparmio di 2 miliardi di metrri cubi all'anno di gas naturale. Certamente farà un po' di danno ambientale ma sarà compensato dalla crescita molto più veloce delle rinnovabili" ha aggiunto Cingolani.
"Non sarò più ministro"
“Sicuramente non sarò ministro nel prossimo governo, per scelta” ha poi concluso Cingolani.