Concessioni balneari e assegno unico, ira Ue: lettere d'infrazione all'Italia

Si sono aperte le procedure d'infrazione nei confronti del governo Meloni

di Redazione
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Ursula Von Der Leyen discorso alla UE
Economia

Su concessioni balneari e assegno unico arriva uno stop dall'Ue. Italia bocciata

La battaglia sulle concessioni balneari non sembra conoscere un arresto. La Commissione europea porta avanti la procedura d'infrazione contro l'Italia circa la violazione per il mancato adeguamento alla direttiva Bolkenstein. Essa è una disposizione, risalente al 2006, che obbliga gli Stati membri dell'Unione Europea a liberalizzare le spiagge pubbliche aprendole alla concorrenza di mercato, favorendo così l'erogazione di servizi migliori per gli utenti.

A quanto si apprende dall'Ansa, la missiva della Commissione Ue è stata inviata a Roma. Il titolo della lettera, 'Concessioni balneari in Italia - Violazione della Direttiva e dei Trattati in funzione dell'Ue', con il parere motivato dell'esecutivo europeo, è visibile nella pagina web della Commissione. La data riportata è quella odierna.

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LA LETTERA 


"La Commissione europea ha inviato oggi il parere motivato all'Italia sulle concessioni balneari in seguito alla lettera di messa in mora inviata nel 2020", ha confermato una portavoce della Commissione europea. "Questo dà all'Italia due mesi di tempo per attuare i passi necessari per fornirci le risposte richieste. Poi decideremo sui passi successivi", ha spiegato.

"L'applicazione della legge dell'Ue è la nostra prima priorità ma preferiamo sempre arrivare a un accordo con gli Stati invece di portarli alla Corte. Oggi si tratta di parere motivato che non porta alla Corte ma non pregiudica le interlocuzioni in corso con l'Italia", hanno evidenziato da Bruxelles.

ASSEGNO UNICO, NON PER TUTTI

Il secondo richiamo targato Ue riguarda il cosiddetto assegno unico. Nel marzo 2022, l’Italia ha introdotto un nuovo assegno familiare per figli a carico («assegno unico e universale per i figli a carico»): hanno diritto a ricevere questo beneficio solo le persone che risiedono da almeno due anni in Italia, e solo se vivono in stessa famiglia dei loro figli. Secondo la Commissione, questa legislazione viola il diritto poiché non tratta i cittadini Ue in modo equo, il che si configura come una discriminazione. Inoltre, il regolamento vieta qualsiasi requisito di residenza per ricevere prestazioni di sicurezza sociale come gli assegni familiari. Il parere motivato fa seguito a una lettera di costituzione in mora inviata all’Italia nel febbraio 2023. La Commissione ritiene che la risposta italiana ai rilievi non risponda in modo soddisfacente alle preoccupazioni sollevate. 

INPS, IN 9 MESI SONO STATI EROGATI 13,4 MILIARDI

Per i primi nove mesi del 2023 sono stati erogati alle famiglie assegni per 13,4 miliardi di euro, che si aggiungono ai 13,2 miliardi di erogazioni di competenza del 2022. Nello stesso periodo, sono 6.308.756 i nuclei familiari che hanno ricevuto l'Assegno, per un totale di 9.847.719 figli. È il bilancio dell'Inps relativo all'Assegno Unico universale. Con riferimento a settembre l'importo medio per figlio, comprensivo delle maggiorazioni applicabili, va da circa 54 euro per chi non presenta ISEE o supera la soglia massima (che per il 2023 e' pari a 43.240 euro), a 214 euro per la classe di ISEE minima (16.215 euro per il 2023). L'Inps ricorda che l'importo base dell'Assegno per ciascun figlio minore, in assenza di maggiorazioni, nel 2023 va da un minimo di 54,10 euro, in assenza di ISEE o con ISEE pari o superiore a 43.240 euro, ad un massimo di 189,20 euro per ISEE fino a 16.215 euro.

 

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