Confindustria: bollette, cuneo fiscale e incentivi. I dossier caldi per Orsini

Dal costo dell'energia, al cuneo fiscale fino alle PMI: c'è bisogno di un'azione strategica. Tutti i nodi sul tavolo del neo presidente di viale dell'Astronomia

di Lorenzo Goj
Emanuele Orsini
Economia

Confindustria, i dossier più caldi sul tavolo del neo presidente Orsini

Bollette, costo del denaro e cuneo fiscale: questi i dossier più caldi sul tavolo. Nonostante la palla di Confindustria sia appena passata a Emanuele Orsini, indicato come presidente dell’organizzazione, e questo possa giustificare dei cambi di priorità, permangono però dei temi di interesse nazionale che difficilmente si discostano da una visione comune.

Interpellati da Affaritaliani.it, ambienti finanziari hanno individuato tre partite cruciali su cui Orsini si concentrerà. E tra queste, spunta indubbiamente quella del costo dell’energia e il conseguente impatto sulle bollette di famiglie e imprese.

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Checché se ne dica, è vero che i prezzi hanno subito una diminuzione, ma comunque l’Italia continua a pagare una bolletta energetica mediamente più alta dei competitor del resto d’Europa. Chiaramente molto è stato fatto su questo fronte, ma i nostri prodotti sono ancora nettamente più cari rispetto a quelli esteri proprio a causa della componente energia che rimane assai significativa.

Poi, il costo del denaro a causa dell'aumento dei tassi. Vero: a breve si dovrebbe iniziare a vedere qualche taglio da parte della Bce, ma rimane il tema del finanziamento delle imprese. L'incremento dei tassi ha spinto verso l'alto gli interessi e quindi le imprese attendono momenti meno grami per accendere nuovi finanziamenti. Il che si traduce in un ritardo negli investimenti, compresi quelli strategici, che invece sarebbero necessari per proseguire nella crescita. 

Infine, il durissimo scoglio del cuneo fiscale. Non è un mistero che lo Stato si mangi più della metà dei ricavi delle imprese e della busta paga. Il che si traduce in un duplice problema: margini ridotti per le aziende e lavoratori non particolarmente soddisfatti. E dunque anche la qualità del lavoro non potrà essere sempre eccelsa.

Dall’altra parte, se i dipendenti (e quindi i comuni cittadini) hanno meno soldi, allora consumeranno conseguentemente meno perché non potranno fisicamente permetterselo. In sintesi, le imprese non traggono benefici da un cuneo fiscale alto perché devono versare fior fior di contributi allo Stato e dall’altra parte, invece, non hanno chi compra i prodotti.

Poi, il grande tema delle Pmi. A parte il costo del denaro, occorrerebbe favorire le aggregazioni, cosa che in Italia è lasciata alla libera iniziativa. Quando nel nostro Paese due piccolo o medie imprese vogliono collaborare o aggregarsi, lo fanno internamente senza supporto dello Stato. Era stata meritoria sotto questo punto di vista anche l'iniziativa di decontribuzione per le spese di quotazione in Borsa sul segmento Euronext Growth. Una scelta che permetteva alle aziende di reperire nuovi capitali senza passare dal canale bancario. 

E si dovrebbe guardare anche all’esempio del governo francese, il quale fornisce agenzie e istituzioni che offrono supporto e consulenza alle PMI interessate a unirsi o collaborare con altre imprese. Non solo, in Francia vengono offerti incentivi fiscali o finanziari per le fusioni e acquisizioni tra le PMI al fine di incoraggiare il consolidamento del settore e la promozione della crescita economica.

Insomma, i temi sul tavolo del nuovo presidente di Confindustria non mancano. Dal costo dell'energia al problema del cuneo fiscale e al sostegno alle PMI, c'è un chiaro bisogno di azione strategica e di collaborazione sia con il settore privato sia con il governo. Affrontare queste sfide richiederà un impegno collettivo, necessario per migliorare la competitività del paese, garantendo al contempo un ambiente favorevole per la crescita economica e l'innovazione.

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