Confindustria, continua la corsa dei 4 candidati tra fake news e veleni
Emanuele Orsini rimane la persona che ha ottenuto il numero più alto di firme. Ma è ancora battaglia con Garrone
Confindustria, continua la corsa dei 4 candidati: da Orsini a Garrone, non mancano fake news e veleni
Nessuna sorpresa: tutti e quattro i pretendenti al trono di Confindustria sono stati ufficialmente ammessi. L’ultima settimana è stata infarcita di polemiche e di veleno: si è a un certo punto parlato di una richiesta da parte dei saggi a Emanuele Orsini di ritirarsi dalla corsa. Una fake news, visto che i tre che dovranno decidere sul futuro presidente di Confindustria hanno voluto vederci chiaro sul tema di due diverse fatture che sarebbero state non pagate da Orsini quando era al timone di Federlegno. Ebbene, non solo l’attuale vicepresidente di Viale dell’Astronomia ha potuto dimostrare che si tratta di accuse false, ma ha anche sporto denuncia contro il direttore finanziario Gabriele Fraschini.
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Di più: nelle carte che Affaritaliani.it ha potuto visionare che riguardano il dialogo tra lo stesso Fraschini e un consulente – che ha registrato la conversazione – il direttore finanziario dice a più riprese di aver chiesto a Grant Thornton di poter “modificare” i loro giudizi sul bilancio in capo a Orsini, dopo che la società l’aveva certificato e ritenuto conforme. Sempre Fraschini parla di qualcuno disposto a tutto pur di costruire un dossier contro Orsini, definito “pieno di cagate” nell’intercettazione.
Qualcuno ha voluto addirittura ricondurre a Carlo Bonomi questo dossieraggio. Il presidente uscente di Confindustria, secondo una teoria esposta da La Verità, avrebbe cercato di produrre dossier fasulli per estromettere i candidati e raggiungere una prorogatio. Una versione che non ha trovato riscontri ma che deve essere catalogata alla voce “veleni” che accompagnano una corsa a Confindustria mai così accesa. Nei prossimi giorni i tre saggi potranno dunque ripartire per le consultazioni, sospese in via preventiva per giovedì 15 e venerdì 16 febbraio (rispettivamente a Milano e Bologna) proprio per dissipare ogni dubbio.
Al momento, nella lettera che i tre saggi hanno inviato pare che Edoardo Garrone sia già sicuro di ottenere almeno il 20% dei voti – frutto del via libera, tra gli altri, da parte di Assolombarda – che lo farebbero automaticamente balzare al primo posto. Su di lui, però, qualcuno fa trapelare la parola “conflitto d’interessi”: la Erg produce energia e quindi è normale pensare che abbia interesse a tenere i prezzi alti. Gli iscritti a Confindustria, invece, proprio perché l’energia la devono pagare, preferiscono prezzi più bassi. Ma più che di conflitto d’interessi, stiamo parlando di ovvietà: e se i saggi non hanno trovato irregolarità, è normale che una soluzione si troverà facilmente.
E gli altri? Alberto Marenghi è possibile che stia cercando la soluzione migliore per sé: è difficile che possa essere lui a vincere la corsa, più facile che possa portare il suo “serbatoio” verso un candidato più accreditato. Emanuele Orsini rimane comunque la persona che ha ottenuto il numero più alto di firme. È vero che non c’è automatismo tra firme e voti, ma è certo che sarà battaglia fino all’ultimo con Garrone. Infine c’è Antonio Gozzi: il patron di Duferco si sta battendo per trasformare le sue firme – ben più degli ultimi pronostici – in voti veri e propri. È indietro, al momento, ma si sa che mai come questa volta la partita di Confindustria può regalare colpi di scena. È viale dell’Astronomia, bellezza.