Congedo di paternità: boom di richieste in Italia, ma siamo ancora indietro rispetto all'Europa

Nel Nord Italia il tasso di adesione raggiunge il 76% (con un picco del 79% in Veneto), mentre nel Sud si ferma al 44%. Il report dell'Inps e di Save the Children

di redazione economia
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Sempre più papà in congedo: triplicato il numero in dieci anni

Il congedo di paternità è un diritto sempre più sfruttato dai lavoratori italiani, ma non abbastanza. Secondo i dati diffusi dall'Inps e da Save the Children in occasione della Festa del Papà, negli ultimi dieci anni il numero di padri che ne hanno usufruito è più che triplicato, passando dal 19,2% del totale degli aventi diritto al 64,5%. In altre parole, oggi tre padri su cinque si prendono il congedo per stare con i propri figli nei primi mesi di vita.

Il dato segnala un cambiamento culturale significativo nella concezione della paternità e nella condivisione del lavoro di cura tra i genitori. Tuttavia, restano (ancora) forti differenze regionali: nel Nord Italia il tasso di adesione raggiunge il 76% (con un picco del 79% in Veneto), mentre nel Sud si ferma al 44%. Il Centro si colloca in una posizione intermedia, con una media del 67%, sebbene il Lazio registri la percentuale più bassa (63,2%). Anche il reddito gioca un ruolo chiave, con un minore utilizzo del congedo da parte dei padri con salari più bassi.

Nonostante la crescita dell'adesione, l'Italia rimane comunque indietro rispetto ad altri Paesi europei per quanto riguarda la durata del congedo. Attualmente, la normativa italiana prevede 10 giorni di congedo obbligatorio per i padri, da fruire tra i due mesi precedenti e i cinque successivi al parto. Un periodo ben inferiore rispetto a quello garantito alle madri, che hanno diritto a cinque mesi di congedo. Inoltre, il congedo obbligatorio riguarda esclusivamente i lavoratori dipendenti, pubblici e privati.

A livello europeo, la situazione è piuttosto variegata. La direttiva Ue del 2019 ha imposto a tutti gli Stati membri di garantire un minimo di 10 giorni di congedo per i padri, ma molti Paesi sono andati ben oltre. In Spagna, ad esempio, i papà possono usufruire di 16 settimane di congedo retribuito al 100%, mentre in Belgio dal 2023 la durata è salita a 20 giorni per tutti i lavoratori, compresi gli autonomi. Anche la Germania, storicamente poco generosa sui congedi, ha introdotto nel 2023 due settimane di paternità retribuita.

Un modello spesso citato come riferimento è la Svezia, dove i genitori possono usufruire di 480 giorni di congedo parentale, suddivisi tra madre e padre, con tre mesi obbligatori riservati a ciascun genitore e una copertura salariale dell'80%. Nei Paesi Bassi, per esempio, i padri possono usufruire di sei settimane di congedo (una a stipendio pieno e le restanti al 70%), oltre a un congedo parentale di nove settimane. In Portogallo, il governo sta valutando di estendere il congedo parentale retribuito al 100% da quattro a sei mesi e quello all'80% da cinque a sette mesi. 

Al di fuori dell'Unione Europea, la situazione del Regno Unito rimane tra le più svantaggiose. Qui i padri possono prendere fino a due settimane di congedo, con un'indennità massima di 184 sterline a settimana o il 90% dello stipendio, se inferiore. I liberi professionisti, invece, non ricevono alcuna copertura.

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In Italia, il governo ha recentemente aumentato la percentuale di copertura del congedo facoltativo, che in alcuni casi può arrivare all'80% dello stipendio, ma l'utilizzo di questa misura rimane ancora troppo limitato. Secondo uno studio dell'Istituto Superiore di Sanità, il 73% dei padri italiani ha usufruito del congedo obbligatorio, ma solo il 20,4% ha scelto di richiedere anche il congedo facoltativo. Inoltre, il 72% dei padri e il 69% delle madri ritiene che la durata del congedo per i papà sia insufficiente e che un aumento della retribuzione incentivarebbe una maggiore adesione. Insomma il confronto con altri Paesi europei evidenzia quindi quanto l'Italia abbia ancora margini di miglioramento per garantire un'equa ripartizione delle responsabilità genitoriali. 

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