Conti pubblici, scoperto buco di 80 mld. Agevolazioni inique ad alcune aziende
Una misura del governo Conte 2 aveva permesso alle aziende nel post Covid di rivalutare i propri attivi con tasse del 3%, invece che del 24%
Conti pubblici, scoperto buco di 80 mld. Agevolazioni inique ad aziende
I conti del governo per la manovra finanziaria hanno fatto emergere un buco clamoroso di bilancio per le casse dello Stato, dovuto a forti agevolazioni per alcune aziende nel pieno della pandemia. La cifra - si legge sul Corriere della Sera - è più che ragguardevole: 80 miliardi di mancato gettito. Un macigno sui conti pubblici. Nascosto nella legge di Bilancio varata dallo scorso governo. È l’effetto di una norma che prevedeva un importante sconto fiscale per le imprese che avessero voluto rivalutare i propri attivi immateriali. Sulla carta una mossa per rafforzare patrimonialmente le aziende in un momento di difficoltà, che si è invece trasformata in un regalo. E per di più, si è rivelato iniquo. A usufruirne sono state solo quelle imprese alle quali non era sfuggita l’occasione. Tanto che tra le ipotesi che circolano in questi giorni c’è anche quella di cancellare del tutto la misura.
Decisione presa - prosegue il Corriere - In quei giorni drammatici che precedettero il ritorno in zona rossa dell’Italia. Il Covid non solo non era sconfitto ma stava spingendo il Paese verso nuove chiusure. Il 20 dicembre viene presentato dalla Lega un emendamento che riceve il parere favorevole dell’allora maggioranza giallo-rossa del governo Conte. In quell’emendamento c’era scritto che le imprese che avessero voluto rivalutare i propri attivi anche immateriali, avrebbero pagato un’imposta una tantum del 3%. Uno sconto notevole. Tanto per avere un’idea, l’imposta Ires sul reddito delle imprese è pari al 24%. E volendo fare ancora un altro paragone, la global minum tax che ci si appresta a imporre sulle grandi corporation mondiali è del 15%.