Cresce l'economia ma aumenta la povertà: crolla del 4,5% il potere d'acquisto

L'Italia è l'economia cresciuta a un ritmo più elevato tra le quattro maggiori potenze dell'Ue: il Pil reale a fine 2023 torna al livello pre-crisi 2007

di Redazione Economia
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Istat: molti occupati ancora vulnerabili, -4,5% potere d'acquisto

Nonostante i miglioramenti osservati sul mercato del lavoro negli ultimi anni, l’Italia conserva una quota molto elevata di occupati in condizioni di vulnerabilità economica. Lo rileva l'Istat nel suo rapporto annuale 2024. Tra il 2013 e il 2023 il potere d’acquisto delle retribuzioni lorde in Italia è diminuito del 4,5 per cento mentre nelle altre maggiori economie dell’Ue27 è cresciuto a tassi compresi tra l’1,1 per cento della Francia e il 5,7 per cento della Germania. Nel 2022, la quota degli occupati a rischio povertà in Italia tocca l'11,5%, posizionandosi sopra la media europea che arriva all'8,5% del totale. Lo segnala il rapporto annuale Istat, citando i dati dell'indagine sul reddito e le condizioni di vita (Eu-Silc). 

Nel 2023 incidenza povertà all'8,5% tra le famiglie

Nel 2023 l’incidenza di povertà assoluta in Italia è pari all’8,5 per cento tra le famiglie e al 9,8 per cento tra gli individui. Si raggiungono così livelli mai toccati negli ultimi 10 anni, per un totale di 2 milioni 235 mila famiglie e di 5 milioni 752 mila individui in povertà. Lo rileva l'Istat nel rapporto annuale 2024.   L’incidenza di povertà assoluta familiare è più bassa nel Centro (6,8 per cento) e nel Nord (8,0 per cento sia il Nord-ovest sia il Nord-est), e più alta nel Sud (10,2 per cento) e nelle Isole (10,3 per cento). Lo stesso accade per l’incidenza individuale: 8,0 per cento nel Centro, 8,7 nel Nord-est, 9,2 nel Nord-ovest e 12,1 per cento sia nel Sud sia nelle Isole.   Nell’arco del decennio considerato, l’incidenza della povertà assoluta a livello familiare è salita dal 6,2 all’8,5 per cento, e quella individuale dal 6,9 al 9,8 per cento. Rispetto al 2014 sono aumentate di 683 mila unità le famiglie in povertà (erano 1 milione e 552 mila) e di circa 1,6 milioni gli individui in povertà (erano 4 milioni e 149 mila).

Il Pil reale a fine 2023 torna a livello pre-crisi 2007 

A fine 2023, il Pil reale (quello in volume) in Italia è tornato ai livelli del 2007, anche se in 15 anni si è accumulato un divario di crescita di oltre 10 punti con la Spagna, 14 con la Francia e con la Germania.  Rispetto al 2000, il divario è di oltre 20 punti con Francia e Germania, e di oltre 30 con la Spagna. Se si guarda al Pil nominale tra il 2019 e il 2023 l'Italia è l'economia cresciuta a un ritmo più elevato tra le quattro maggiori Ue con un +4,2% a fine 2023 sull'ultimo trimestre del2019 (+2,9% in Spagna, +1,9% in Francia e + 0,1% in Germania).

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Con il reddito di cittadinanza, tra il 2020-2022, pù di 400 mila famiglie fuori dalla povertà

Tra il 2020 e il 2022 il reddito di cittadinanza ha permesso di uscire dalla povertà a più di 400 mila famiglie. A segnalarlo è il rapporto annuale dell'Istat. Più nello specifico, a salvarsi dalla povertà grazie al Rdc sono state 404 mila famiglie nel 2020, 484 mila nel 2021 e 451 mila nel 2022, rispettivamente 876 mila individui nel primo anno e oltre un milione negli altri due.  L'erogazione del Rdc, prosegue il rapporto, "ha portato il Povery gap a una riduzione da 9,1 a 5,2 miliardi nel 2020, da 9,5 a 5,2 miliardi nel 2021 e da 9,8 a 6,2 miliardi nel 2022". In mancanza del Rdc, "l’incidenza di povertà assoluta familiare nel 2022 sarebbe stata superiore di 3,8 e 3,9% rispettivamente nel Sud e nelle Isole. Tra le famiglie in affitto, l'incidenza di povertà sarebbe stata superiore del 5%. Tra le famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione, l'incidenza avrebbe raggiunto il 36,2% nel 2022, ovvero 13,8 punti percentuali in più".