Crescita, questa sconosciuta: mar Rosso e petrolio ci costano 10 miliardi
Il blocco dei traffici vale mezzo punto di Pil cumulato in due anni
Attacchi Houthi, navi deviate e prezzi alle stelle: l'Italia perde mezzo punto di Pil
Guai in vista per Giorgia Meloni che rischia un Pil più fiacco, grande ostacolo sulla strada per elaborare la prossima Finanziaria. I pericoli, spiega Repubblica, "isono legati ai ritardi dovuti alla necessità, per molti armatori, di dirottare le rotte verso il Mediterraneo circumnavigando l’Africa, dopo che gli attacchi degli Houthi nello stretto di Bab el-Mandeb hanno aumentato i rischi per il transito delle navi nel Mar Rosso. Circa 8-12 giorni di navigazione in più: consegne tardive e maggiori costi".
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Risultato: il Pil potrebbe crescere quest'anno fino allo 0,2% in meno per l'impatto che potrebbe avere l'incremento del prezzo delle importazioni per i maggiori costi dei noli per le recenti tensioni nel Mar Rosso. E' lo scenario peggiore, in cui si immagina uno choc più severo, nell'analisi contenuta nel Documento di economia e finanza. E un altro spettro si chiama prezzo del petrolio, a rischio di subire un aumento netto.
Come spiega Repubblica, "la scia negativa si allungherebbe all’anno prossimo, con un effetto negativo dello 0,3% che ridimensionerebbe la stima ottimistica dell’1,2%, portandola allo 0,9%. Tradotto in soldi: quest’anno si brucerebbero quattro miliardi di crescita, sei nel 2025".