Criptovalute, l'Fmi attacca: "Minacciano stabilità finanziaria"

Il Fondo monetario internazionale capitanato da Kristalina Georgieva attacca il mondo delle criptovalute, accusandolo di essere poco supervisionabile

Economia
Condividi su:

Criptovalute, anche l'FMI attacca Bitcoin e digital currency: "Minacciano la stabilità finanziaria globale"

Le criptovalute “offrono un nuovo mondo di opportunità: pagamenti veloci e facili, servizi finanziari innovativi, accesso inclusivo in zone del mondo precedentemente senza banche [...], ma insieme alle opportunità ci sono i rischi”. É quanto si legge nel secondo capitolo del Global Financial Stability Report del Fondo monetario internazionale, dedicato al boom delle criptovalute, il cui valore di mercato “ha superato i 2.000 miliardi di dollari nel settembre 2021, in aumento di 10 volte rispetto all'inizio del 2020”.

Secondo gli economisti del Fmi, ci sono ancora rischi “considerevoli” per i consumatori, viste la “limitata o inadeguata” comunicazione e supervisione, che porta a furti considerevoli e alla “scomparsa dei token”, determinata a volte dagli intenti speculativi dei creatori delle criptovalute, a volte da vere e proprie frodi. “La (pseudo) anonimia dei cripto-asset può inoltre aprire la porta al riciclaggio di denaro e al finanziamento dei terroristi. Anche quando le autorità sono in grado di tracciare le transazioni illecite, potrebbero non essere in grado di identificare i responsabili”.

“Se l'estensione dell'adozione dei criptoasset è difficile da misurare”, sembra che “i mercati emergenti e le economie in via di sviluppo facciano da pionieri. I residenti in questi Paesi hanno enormemente aumentato il volume di scambi di criptovalute, nel 2021. Una “criptoizzazione” in questi Paesi, ovvero un uso delle criptovalute al posto della moneta locale, “può ridurre la capacità delle banche centrali di adottare efficacemente le politiche monetarie e creare rischi di stabilità finanziaria”.

L'uso delle criptovalute “potrebbe far aumentare le minacce alle politiche fiscali, visto che i cripto-asset potenzialmente facilitano l'evasione”. Sussistono anche rischi di un deflusso di capitale, con un impatto sul mercato dello scambio di valute estere. Inoltre, “una migrazione delle attività di 'mining' dalla Cina ad altri mercati emergenti e a economie in via di sviluppo può avere un impatto importante sull'uso dell'energia nazionale, visto il grande ammontare di energia necessario”.

“La criptoizzazione può essere dovuta a una debole credibilità delle banche centrali, da sistemi bancari vulnerabili, da inefficienze nei sistemi di pagamento e dall'accesso limitato ai servizi finanziari. Le autorità dovrebbero dare la priorità al rafforzamento delle politiche macroeconomiche, considerare i benefici di emettere una valuta digitale e migliorare i sistemi di pagamento. Le valute digitali emesse dalle banche centrali possono aiutare a ridurre le pressioni verso una criptoizzazione, se aiutano a soddisfare il bisogno di tecnologie di pagamento migliori”.