Guerra Ucraina, balzo dei prezzi di grano e mais. Effetto su pane e pasta

Guerra Ucraina, vola in particolare il prezzo del grano

Economia
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Guerra Ucraina, in crescita anche il prezzo dell'olio di palma

La guerra in Ucraina fa balzare i prezzi sui mercati mondiali delle materie prime alimentari che erano gia' su alti livelli a causa di una serie di fattori.

In particolare il grano, di cui l'Ucraina e' un forte paese esportatore, sale di oltre il 5% e si temono cosi' conseguenze a catena sui prezzi dei prodotti di base quale pane e pasta. Crescita anche per il mais e l'olio di palma.

Ucraina: allarme Coldiretti, prezzi grano al top da 9 anni - "Non solo petrolio, sotto la spinta dell'attacco della Russia all'Ucraina i prezzi del grano sono balzati del 5,7% in un solo giorno raggiungendo il valore massimo da 9 anni a 9.34 dollari a bushel, sugli stessi livelli raggiunti negli anni delle drammatiche rivolte del pane che hanno coinvolto molti Paesi a partire dal nord Africa come Tunisia, Algeria ed Egitto che e' il maggior importatore mondiale di grano e dipende soprattutto da Russia e Ucraina".

E' quanto emerge, sottolinea Coldiretti, dall'analisi alla chiusura del mercato future della borsa merci di Chicago che rappresenta il punto di riferimento mondiale delle materie prime agricole con il rischio reale di speculazioni e carestie che nel passato hanno provocato tensioni, sociali, politiche e flussi migratori anche verso l'Italia. "L'aumento delle quotazioni delle materie prime - ricorda Coldiretti - ha interessato anche i prodotti base per l'alimentazione degli animali negli allevamenti come la soia che ha raggiunto il massimo dal 2012 e mais che e' al massimo da otto mesi".

L'Ucraina "ha un ruolo importante anche sul fronte agricolo con la produzione di circa 36 milioni di tonnellate di mais per l'alimentazione animale, quinto posto nel mondo, e 25 milioni di tonnellate di grano tenero per la produzione del pane, settimo posto al mondo, mentre la Russia e' il principale Paese esportatore di grano a livello mondiale. A preoccupare i mercati - osserva l'organizzazione degli imprenditori agricoli - e' il fatto che le tensioni tra i due Paesi possano frenare le spedizioni dalla Russia e bloccare le spedizioni ucraine dai porti del Mar Nero con un crollo delle disponibilita' sui mercati mondiali con il rischio di inflazioni su beni di consumo primario, carestie e tensioni sociali".

Una emergenza mondiale che "riguarda direttamente l'Italia che e' un Paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l'alimentazione del bestiame" secondo l'analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia peraltro che l'Ucraina "e' il nostro secondo fornitore di mais con una quota di poco superiore al 20% ma garantisce anche il 5% dell'import nazionale di grano".

"L'Italia e' costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che sono stati costretti a ridurre di quasi un terzo - sostiene l'organizzazione - la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali e' scomparso anche un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati perche' molte industrie per miopia hanno preferito continuare ad acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale anziche' garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale attraverso i contratti di filiera sostenuti dalla Coldiretti".

E quest'anno "sono praticamente raddoppiati in Italia i costi delle semine per la produzione di grano per effetto di rincari di oltre il 50% per il gasolio necessario alle lavorazioni dei terreni ma ad aumentare sono pure i costi dei mezzi agricoli, dei fitosanitari e dei fertilizzanti che arrivano anche a triplicare".

La guerra "sta innescando un nuovo cortocircuito sul settore agricolo nazionale che ha gia' sperimentato i guasti della volatilita' dei listini in un Paese come l'Italia che e' fortemente deficitaria in alcuni settori ed ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities, dal grano al mais fino all'atteso piano proteine nazionale per l'alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitivita' rispetto ai concorrenti stranieri" ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini per poi precisare che "nell'immediato occorre quindi garantire la sostenibilita' finanziaria delle stalle con prezzi giusti che consentano agli allevatori di continuare a lavorare".

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