Crolla il mercato dei robot, pesano i ritardi del governo sugli incentivi

La diminuzione delle commesse del settore riguarda sia il mercato interno che l'export, con valori pressoché dimezzati

di Redazione Economia
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Crolla il mercato dei robot

La tempesta perfetta, tra tassi elevati, elezioni e guerre in varie parti del mondo, ha portato al quinto calo consecutivo del mercato dei robot, facendo registrare un tragico crollo vicino al 20% rispetto al periodo precedente. Ma un’altra scure si abbatte, ora, sul mercato delle macchine utensili: gli incentivi 5.0.

Come scrive il Sole24Ore, a fine 2023 era stato finalmente sbloccato il negoziato con la Commissione Europea per riconvertire parte dei fondi del capitolo Repower EU in bonus fiscali per nuovi impianti connessi e "green". Ma nonostante il decreto approvato il 26 febbraio dal Consiglio dei Ministri e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 marzo, mancano ancora i decreti attuativi per rendere operative le misure. Queste, del valore complessivo di 6,3 miliardi di euro, prevedono crediti d'imposta fino al 45%, più del doppio rispetto al livello attuale.

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Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha recentemente rassicurato le imprese, spiegando che, nonostante Transizione 5.0 sarà pienamente operativa con il lancio di una piattaforma dedicata all'inizio di maggio, gli investimenti realizzati dal primo gennaio e conformi agli obiettivi di Transizione 5.0 potranno comunque accedere ai crediti fiscali previsti dalla legge.

Tuttavia, il mercato sembra non aver ancora reagito a questa prospettiva e c'è una sensazione diffusa che molte aziende stiano posticipando gli investimenti per poter beneficiare pienamente degli incentivi, i quali sono molto più generosi rispetto ai meccanismi standard 4.0, che prevedono un credito d'imposta del 20%.

La diminuzione delle commesse riguarda sia il mercato interno che l'export, ma con una differenza significativa: se nel 2021 il livello medio fosse stato pari a 100, attualmente l'Italia si trova a un livello quasi dimezzato (55), mentre i mercati di esportazione sono solo leggermente al di sotto di quella media, del 10%. Un primo trimestre così debole non si riscontra nella recente storia della domanda nazionale, tranne che nel periodo Covid, all'inizio del 2020.

La situazione oltreconfine non è rosea neanche per i produttori, con il mercato delle macchine utensili che rappresenta oltre la metà del loro business (3,8 miliardi nel 2023, su una produzione totale di 7,5 miliardi di euro). Gli ordini registrati tra gennaio e marzo sono in diminuzione del 18%, segnando la quinta riduzione trimestrale consecutiva.