D’Alema, il vino meglio berlo che commercializzarlo: giù l’utile della Silk Road Wines

La società che commercializza vini all’ingrosso fuori dall’Unione europea ha chiuso il 2022 con 25mila euro di utile in meno sul 2021

di Andrea Giacobino
Massimo D'Alema
Economia

Silk Road Wines, la società di D'Alema chiude il 2022 con l'utile in discesa 

Non è un grande affare il vino di Massimo D’Alema & C.. Lo testimonia il terzo bilancio, depositato qualche giorno fa, della Silk Road Wines (“Vini della strada della seta” dall’inglese). La società, basata a Montecchio (Terni) e costituita nel 2019, vede l’ex segretario dei Ds quale amministratore assieme al noto enologo Riccardo Cotarella: i due figli del politico (Francesco e Giulia) hanno cadauno il 17,5% cui si aggiunge per arrivare a metà del capitale il 15% nelle mani della DL&M Advisor (la società di consulenza di papà D’Alema), mentre il 50% restante è in capo alle tre figlie di Cotarella (Dominga, Enrica e Marta).

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La società, che commercializza vini all’ingrosso fuori dall’Unione europea, ha chiuso il 2022 con ricavi diminuiti anno su anno da 72mila euro a 60mila euro e così l’utile s’è ridotto da 66mila a 41mila euro, interamente riportato a nuovo, determinando un patrimonio netto di 188mila euro.

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La società, che ha liquidità per 172mila euro, “ha continuato a implementare e perfezionare - si legge nella nota integrativa - i propri aspetti organizzativi, amministrativi e contabili che hanno permesso altresì di implementare, affiancando all’analisi storica dei risultati l’esame dei piani futuri, un modello di gestione aziendale che consente di valutare anticipatamente gli effetti economici, patrimoniali e finanziari delle scelte gestionali in un’ottica di salvaguardia del patrimonio aziendale”.

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