Dai furbetti del quartierino all'arresto per bancarotta: chi è Danilo Coppola
Ritratto del manager che ha cercato di entrare nel salotto buono della finanza acquisendo quote di Bnl, Mediobanca, Antonveneta, senza disdegnare il calcio
Chi è Danilo Coppola, il furbetto del quartierino arrestato a Dubai
Si conclude con l’estradizione da Dubai la fuga di Danilo Coppola. L’immobiliarista che, nei primi anni 2000, ha cercato di entrare nel salotto buono della finanza acquisendo quote di Bnl, Mediobanca, Antonveneta, senza disdegnare il calcio e i grandi progetti di real estate a Milano. Ora dovrà scontare sette anni. Ma la storia di Coppola è quella di un imprenditore divorato dall’ambizione, che non ha guardato in faccia nessuno e che è stato tra i membri “fondatori” dei famigerati furbetti del quartierino. Tale denominazione giornalistica emerse da un'intercettazione telefonica in cui Stefano Ricucci discuteva di alcune banche estere, affermando che stavano adottando comportamenti "furbetti" simili a quelli delle bande dei quartieri romani. In sostanza, nonostante la loro potenza, Ricucci riteneva che agissero in maniera provinciale e meschina. Successivamente, il termine 'furbetti del quartierino' fu adottato per identificare proprio Ricucci e gli altri membri del suo gruppo, rovesciando così il significato originario dell'espressione. Nell'ambiente era anche noto con il soprannome di “Er cash”.
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Nato a Casablanca da genitori di origini siciliane, Coppola ha ereditato l'attività edile di famiglia dopo la prematura scomparsa del padre nel 1995. Il suo percorso imprenditoriale è caratterizzato da una rapida crescita e diversificazione degli investimenti. Dopo aver portato a uno sviluppo accelerato il gruppo edile di famiglia tra il 1995 e il 2000, Danilo Coppola ha ampliato i suoi interessi acquisendo partecipazioni azionarie in diverse aziende, tra cui la Banca Nazionale del Lavoro (BNL), Mediobanca, Antonveneta e la società calcistica Roma s.p.a.
La sua presenza nel settore finanziario si è accresciuta ulteriormente nel 2005 con l'acquisizione del 65% delle azioni di Ipi s.p.a. e il successivo lancio di un'Offerta Pubblica di Acquisto (OPA) per il restante 35%. Tuttavia, a seguito dell'escussione del pegno da parte di BIM su parte delle azioni di Ipi di proprietà di Coppola, la sua quota è scesa al 47%. Nel 2010, il Banco Popolare ha garantito al gruppo Coppola un finanziamento di 210 milioni di euro per lo sviluppo dell'area di Porta Vittoria a Milano, un progetto ambizioso che prevedeva la realizzazione di un nuovo centro polifunzionale con uffici, abitazioni residenziali, un centro commerciale e un hotel di lusso.
Gli affari di Danilo Coppola sono stati gestiti da fiduciarie lussemburghesi, tra cui Keope sa, Sfinge sa, Tikal Plaza sa, Lirepa sa e Pad sa. Queste società hanno svolto un ruolo chiave nelle operazioni finanziarie del Gruppo Coppola, inclusi gli investimenti in Mediobanca, Antonveneta e Roma. La struttura aziendale includeva diverse società in Italia, tra cui Pacop, Gruppo Coppola Spa, Tikal Spa e Ipi Spa. Il Gruppo era anche attivo nel settore dell'editoria attraverso Editori Per la Finanza, pubblicatore di Finanza & Mercati, Borsa & Finanza e Tutto Fondi. Tuttavia, la storia imprenditoriale di Danilo Coppola è stata segnata da numerosi procedimenti giudiziari. Nel contesto dello scandalo Bancopoli, Coppola è stato coinvolto in varie operazioni finanziarie, tra cui l'acquisizione di Antonveneta. Questo scandalo ha portato a sequestri di azioni e indagini sulla manipolazione dei prezzi delle azioni.
Un altro capitolo significativo è stato l'arresto di Coppola nel 2007 con accuse di bancarotta, riciclaggio, associazione a delinquere e appropriazione indebita. Dopo un periodo di detenzione, è stato condannato in primo grado a 6 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta, ma successivamente è stato assolto in appello nel 2013. Tuttavia, nel 2016, Coppola è stato nuovamente condannato a 9 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta, questa volta riguardante una decina di società del suo gruppo. Nel 2022, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 7 anni di reclusione.
La vicenda di Danilo Coppola è stata segnata anche da presunte connessioni con la Banda della Magliana, accusa smentita successivamente dalla Direzione distrettuale antimafia. Nel marzo 2022, Coppola è stato colpito da un ordine di custodia cautelare in Svizzera per tentata estorsione. Nonostante sia stato individuato in Svizzera, la magistratura elvetica ha negato l'estradizione, in quanto l'imputazione a suo carico non è considerata un reato punibile con il carcere secondo le leggi svizzere. Ora la fine della sua fuga.