Dall'Ue il dialogo strategico sull'agricoltura: riforma delle sovvenzioni e sfide ambientali

Uno dei nodi principali è trovare un compromesso tra il sostegno agli agricoltori e le politiche green. Reazioni contrastanti da Coldiretti e altre associazioni del settore agricolo

di Vincenzo Caccioppoli
Tags:
Economia

Il difficile equilibrio tra agricoltura e transizione verde nell'Ue

E’ stato ufficialmente presentato due giorni fa a Bruxelles, dalla presidente Ursula Von der leyen, il tanto atteso “dialogo strategico sull’agricoltura” della commissione europea. Annunciato dal Presidente della Commissione europea nel suo discorso sullo stato dell'Unione il 13 settembre 2023 e lanciato a gennaio 2024, il dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura dell'UE ha riunito 29 importanti stakeholder dei settori agroalimentari europei, della società civile, delle comunità rurali e del mondo accademico per raggiungere un'intesa comune sull'ulteriore sviluppo di un'area fondamentale della vita e dell'economia europea in un nuovo formato di discorso politico.

Il gruppo, cosiddetto guidato dal tedesco Peter Strohschneider, ha lavorato per oltre sette mesi alla stesura del rapporto, oltre 100 pagine che delineano una visione per il futuro dei sistemi agroalimentari e della politica Ue al riguardo. Il rapporto sottolinea l'urgenza di riformare la politica alimentare dell'Ue e di migliorare la cooperazione tra gli attori coinvolti nella catena produttiva, dagli agricoltori alla grande distribuzione. In particolare, il gruppo di esperti raccomanda una riforma delle sovvenzioni agricole ai Paesi membri, passando "dagli attuali pagamenti non decrescenti basati sulla superficie" a un approccio ritenuto più efficace di "sostegno al reddito". Il riferimento è ai contestati pagamenti diretti agli agricoltori calcolati per ettaro coltivato, che costituiscono circa il 75% della Politica agricola comune (Pac) e che si ritiene avvantaggino eccessivamente le grandi aziende agricole.

Nel testo compare anche il riferimento a un possibile futuro Consiglio europeo per l'agroalimentare (EBAF) come forum di alto livello per scambi continui e più approfonditi tra i principali attori a livello europeo. Le 110 pagine di rapporto finale si articolano in dieci principi guida e 14 raccomandazioni. In risposta alle proteste degli agricoltori che negli ultimi mesi hanno scosso il continente, il rapporto incalza i decisori europei ad assumere "azioni decisive per affrontare le sfide", in particolare quelle della transizione del comparto e del reddito equo per gli agricoltori. Insomma, un primo tentativo di mettere finalmente mano ad un settore, come quello agricolo, tra i più colpiti dalla crisi di questi ultimi anni, come visto con la cosiddetta “protesta dei trattori”, che ha letteralmente sconvolto per giorni Bruxelles e le principali capitali europee.

LEGGI ANCHE: Agricoltura, grande paradosso europeo: sussidi Pac ad allevamenti inquinanti

Le premesse sembrano perfette. Le 14 raccomandazioni si riferiscono a temi che sono da anni al centro del dialogo tra agricoltori ed istituzioni. Necessità del cambiamento, ruolo strategico della produzione alimentare e agricola, riconoscimento della funzione importante dei giovani,  rafforzamento integrato della sostenibilità economica, ambientale e sociale,  creazione nei mercati del valore lungo la filiera, sfruttamento delle opportunità della tecnologia e dell’innovazione per supportare la transizione, diete equilibrate, più sane e sostenibili e riconoscimento dell’importanza “cruciale” delle aree rurali attraenti per la sicurezza alimentare, la futura vitalità delle società e la democrazia liberale.  

Il problema appare, come dicono in coro le principali associazioni di settore, sempre quello di come fare per arrivare a un giusto compromesso tra le necessità degli agricoltori e quelli della transizione green. "Quello che emerge è la mancanza di  un’indicazione chiara di come costruire una politica che prepari il futuro senza mettere i settori l’uno contro l’altro come è stato fatto dalla precedente Commissione con le direttive che mettevano nell’angolo il settore zootecnico. E da cui la  von der Leyen sembrava aver preso le distanze con le dichiarazioni in cui assicurava che mai sarebbero stati adottati provvedimenti contro gli agricoltori.

"Quello che serve all’agricoltura sono incentivi e investimenti in grado di condurre a una reale modernizzazione del settore", dice Coldiretti. Restano insomma ancora molte ombre sul futuro dell’agricoltura europea, soprattutto, come sostiene anche Carlo Fidanza, Capo Delegazione di Fratelli d’Italia e coordinatore ECR in Commissione Agricoltura al Parlamento europeo, in merito alla transizione verde che rischia di scontrarsi con le necessità di un comparto sempre più in crisi :“Non possiamo fare a meno di notare che il report, seppur spesso in forma edulcorata, è in molte parti sbilanciato su quelle posizioni ultra-ambientaliste su cui i cittadini europei si sono espressi in modo critico nelle urne di giugno. Bene il riferimento al Temporary Just Transition Fund che dovrebbe supportare i nostri agricoltori, al di fuori della PAC, ma rimangono irrisolti gran parte dei nodi sulla necessità di garantire la competitività del settore e l’equa distribuzione del valore lungo le filiere. L’agricoltura europea ha bisogno di voltare pagina rispetto alle scelte scellerate degli ultimi anni e questo report, pur animato da buone intenzioni, non è certamente una risposta sufficiente. Ora servirà tanta buona politica per difendere e rilanciare il settore".