Dazi, la guerra commerciale di Trump manda in rosso le Borse europee. Scivola anche Piazza Affari. Occhi puntati su Generali

I dazi degli Stati Uniti mettono in subbuglio i mercati: Asia in calo, Wall Street a picco ed è debole anche l'Europa

di Redazione
Economia

I dazi di Trump scuotono le Borse europee

Le Borse europee proseguono in calo sotto il peso della guerra dei dazi Usa con il timore che la prossima preda . A Milano il Ftse Mib perde l’1,1%, migliorando tuttavia rispetto al calo iniziale e rimanendo ancorato ai 36mila punti (36.008). In rosso anche gli altri principali indici del Vecchio Continente (-1,7% Parigi e Francoforte, -1,3% Madrid, -1,2% Amsterdam e Londra). A soffrire sono tutti i settori industriali, a partire dall’automotive, fortemente esposto alle restrizioni commerciali imposte da Trump, al momento su Canada, Messico e Cina. Ma il tycoon ha già preannunciato che l’Europa potrebbe essere il prossimo bersaglio. Così l’Euro Stoxx di settore perde il 3,5%, seguito da industria -1,8%, tech e costruzioni. Intanto l'Europa sta già preparando la sua difesa, pronta a reagire con "politiche doganali simili, ha avvisato il cancelliere tedesco Olaf Scholz arrivando al Consiglio Ue informale.

Sul fronte macroeconomico, l'inflazione nell’area euro è salita al 2,5% a gennaio (dal 2,4% di dicembre e dal 2,8% di gennaio 2024). In miglioramento l'attività manifatturiera europea, che però rimane in contrazione (indice Pmi è salito a 46,6).

A Piazza Affari, focus su Generali che viaggia in controtendenza con un rialzo dell'1,14% e ai massimi dal 2008, dopo la mossa di Unicredit (-0,95%), che - con una quota poco sopra il 4% nella compagnia assicurativa - fa scaldare la partita per il rinnovo del cda del Leone e anche il risiko bancario. Gli occhi dell'istituto guidato da Orcel restano sull'ops di Banco Bpm (-0,9%) e sull'investimento in Commerzbank (-1,4%). Tra i protagonisti, Mps (+0,7%) è il titolo migliore, con l'ops lanciata su Mediobanca (-0,54%), che a sua volta è primo azionista di Generali. In rialzo Tim (+0,6%) che incassa la fiducia degli analisti di Equita sul raggiungimento dei risultati 2024 e su un ritorno alla generazione di cassa, in vista del cda del 12 febbraio che esaminerà anche il piano industriale 2025-2027. Seduta pesante per Stellantis (-6,4%) e Pirelli (-5,7%) in scia al resto dei titoli dell'auto (-6% Volkswagen, -4% Porsche e Mercedes).

Sul valutario, il dollaro si è impennato, raggiungendo i massimi sull'euro dal 2022. Al momento il cambio è a 1,025 (da 1,023 in avvio e 1,039 venerdì) mentre il cross dollaro/yen è a 154,6 (da 155,45 e 154,90 venerdì). Da segnalare che lo yuan offshore ha ridotto le perdite, dopo aver toccato il minimo storico di 7,3765 contro il dollaro, assestandosi a quota 7,34s45. In deciso calo il bitcoin a 95.226 dollari mentre l'oro viaggia ancora sui massimi a 2.837 dollari l'oncia nel contratto spot. In rialzo il petrolio con il Wti marzo sopra i 74 dollari al barile (+2,6%) e il Brent aprile a 77 dollari (+1,7%). Il gas sale a 54,2 euro al megawattora sulla piattaforma di Amsterdam (+1,8%).

Tokyo chiude in netto calo 

I mercati asiatici chiudono in calo sui timori per una guerra commerciale dopo i nuovi dazi imposti dagli Usa. Hong Kong lima lo 0,04%, mentre Shanghai e Shenzhen resteranno chiusi fino a mercoledì per le festività del capodanno lunare. Netta flessione per Seul (-2,5%). La Borsa di Tokyo in precedenza aveva chiuso in netto calo con l'indice Nikkei a -2,66% e 38.520. Sul listino nipponico, penalizzate soprattutto le case automobilistiche e i loro fornitori, che hanno sedi in Messico e da tempo esportano negli Stati Uniti le loro auto. Più nel dettaglio Nissan, che ha due stabilimenti in Messico, dove produce i modelli Sentra, Versa e Kicks per il mercato statunitense, scende del 5,6% e Honda crolla del 7,20%.

Wall Street, future in discesa

Si prevede un avvio di settimana in netto calo per gli indici di Wall Street dopo che Donald Trump sabato scorso ha imposto tariffe del 25% su tutte le importazioni dal Messico e dal Canada e del 10% su quelle cinesi. I future del Dow Jones calano dell’1,43%, quelli dell’S&P 500 arretrano dell’1,90% e quelli del Nasdaq del 2,44%.

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