Diamanti, BankItalia: venduti per 2 miliardi. Rimborsi per 1,2 dalle banche

Banco Bpm (79,5%), Mps (9,3%) e Unicredit (6,8%) gli intermediari più interessati dagli esposti. L'audizione del dg BankItalia Signorini in Commissione Banche

Economia
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Signorini: "Il 93% delle richieste di rimborso ricevute dai clienti sono state accolte dagli istituti di credito"

E' di circa due miliardi -1,878 miliardi- il valore delle vendite di diamanti da parte di alcuni istituti bancari, mentre al 30 settembre l'ammontare dei rimborsi effettuati risulta prossimo a 1,2 miliardi. A questo importo si aggiunge il valore di mercato effettivo delle pietre per quei clienti che hanno ottenuto un ristoro e trattenuto quanto acquistato. Il 93% delle richieste di rimborso ricevute dai clienti sono state accolte dalle banche.

I clienti coinvolti sono stati circa 71.000, pari allo 0,23% del numero medio di clienti attivi durante il periodo di collocamento delle pietre. Le commissioni incassate, pari a 273 milioni, corrispondono allo 0,3% delle commissioni attive complessive globalmente percepite nell'arco temporale considerato. Negli ultimi 5 anni - tra il gennaio 2017 e il gennaio 2022- la Banca d'Italia ha ricevuto circa 1.400 esposti da privati concernenti la vendita dei diamanti, con una concentrazione nel biennio 2018-2019. Gli intermediari più interessati dagli esposti sono risultati Banco Bpm (79,5%), Mps (9,3%) e Unicredit (6,8%). E' quanto spiegato dal direttore generale di Banca d'Italia, Luigi Federico Signorini, durante un'audizione davanti alla commissione banche sulla vendita dei diamanti.

L'audizione è stata richiesta dopo le polemiche scaturite sull'efficacia della vigilanza bancaria, a seguito delle rivelazioni della trasmissione Report. Al termine dell'audizione, la presidente della commissione banche, Carla Ruocco, ha sottolineato come "la vicenda diamanti conduce a riflettere sull'efficacia degli attuali assetti della vigilanza bancaria e finanziaria e sulle possibili iniziative di carattere legislativo". La commissione ascolterà presto l'Antitrust che si è occupato del dossier anche perchè, come ha spiegato Signorini, i clienti sono tutelati per la compravendita di diamanti "dalla normativa generale sulle pratiche commerciali scorrette e ingannevoli il cui rispetto è verificato dall'Agcm".

Durante l'audizione, Signorini ha ripercorso l'intera vicenda precisando innanzitutto che la Banca d'Italia "non ha dato alcuna autorizzazione implicita o esplicita" per la vendita di diamanti. Sulla base della legge vigente Bankitalia non ha titolo a dare delle autorizzazioni alle attivita' di vendita di diamanti che sono "attivita' connesse", non regolate dal Testo unico Bancario o quello finanziario (Tub e Tuf). Il direttore generale di palazzo Koch ha spiegato che nel 2009, la Banca Popolare Puglia e Basilicata "ci ha posto un quesito sulla vendita di diamanti e noi abbiamo risposto: potete farlo ma nel caso dovete fare 'abcd' e loro decisero che era meglio di no".

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Le stesse risposte vennero fornite nel 2011 alla società Dpi (poi sanzionata dall'Antitrust) mentre nel 2013 dopo un'ispezione a Banca Aletti "abbiamo trasmesso gli atti alla magistratura". La trasmissione Report e gli esposti sono stati "utili e ci siamo attivati anche con l'Agcm e coordinati" portando poi alle sanzioni e ai rimborsi della maggior parte dei clienti. Su questo tema, la ripartizione delle responsabilita' tra autorita' e' "chiara e il relativo coordinamento ha nel complesso funzionato", ha sottolineato Signorini. Parlando nello specifico del Monte dei Paschi di Siena, la banca "ha adottato ampie iniziative di ristoro nei confronti dei clienti". Al 30 settembre, a fronte di una potenziale contestazione per un totale di 344 mln, aveva rimborsato alla clientela 310 milioni".

Signorini ha quindi sottolineato come la Banca d'Italia abbia esercitato "nel tempo specifiche, in alcuni casi pressanti, azioni di moral suasion nei confronti delle singole banche coinvolte" nella vendita di diamanti. Anche a seguito di queste iniziative gli intermediari hanno effettuato rimborsi nei confronti dei clienti. L'azione congiunta dell'Antitrust e della Banca d'Italia ha portato alla punizione dei comportamenti scorretti, mentre le banche hanno interrotto l'attività di vendita dei diamanti e la clientela è stata in larga misura rimborsata.

Dove sono emerse ipotesi di reato, la magistratura è stata interessata, indaga, e ha avviato un procedimento penale. Il senatore Elio Lannutti ha definito la relazione di Signorini "autoassolutoria" sottolineando che "ogni crac non riguarda la vigilanza ma i clienti colpiti". 

Infine il direttore generale di Via Nazionale ha spiegato che gli elementi acquisiti su Banco Bpm hanno messo in evidenza un "diretto e significativo coinvolgimento della banca nell'attivita' di commercializzazione di diamanti, non correttamente riportato nell'ambito delle informazioni trasmesse in esito alle richieste di chiarimenti della Banca d'Italia" che ha presentato alla procura di Milano denuncia formale.

A supporto della denuncia è stata resa nota alla magistratura, previo assenso della Bce, l'interlocuzione tra il Banco Bpm e la stessa Bce sulla vicenda della commercializzazione di diamanti. La Banca d'Italia, ha continuato Signorini, si è costituita parte civile in relazione alle condotte di ostacolo alle sue funzioni di vigilanza nel procedimento penale attualmente in fase di udienza preliminare dinanzi al Tribunale di Milano. Tuttavia, lo scorso 21 gennaio il processo è stato diviso in più tronconi; in particolare le condotte di ostacolo alle funzioni di vigilanza della Banca d'Italia sono state trasferite a Verona da dove il processo dovrà ripartire, ha concluso.

La seconda parte dell'audizione di Signorini è stata secretata.