Direttiva green, un salasso per i cittadini: tutti i costi degli interventi

La direttiva europea "case green" sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea e dopo 20 giorni entrerà in vigore

di Redazione Economia
Casa in ristrutturazione
Economia

Direttiva green, un salasso per i cittadini: tutti i costi degli interventi

Circa l'80% degli edifici italiani richiederebbe un intervento di miglioramento per passare dalle classi energetiche più basse - F e G - ad una o due classi superiori, al fine di ridurre i consumi, risparmiare energia e ridurre l'inquinamento. L'Italia possiede il patrimonio immobiliare più vecchio d'Europa. Questo significa che su 36 milioni di abitazioni, circa 9 milioni, secondo gli ultimi dati presentati dalla Banca d'Italia, quelle con prestazioni peggiori, dovranno essere migliorate entro il 2035, per poi raggiungere nel 2050 l'obiettivo finale di case climaticamente neutre, tutte, senza eccezioni, come approvato a maggioranza venerdì dall'Ecofin in modo definitivo. Nonostante il rifiuto di Italia e Ungheria. Questo è quanto riportato dal Corriere.

La direttiva europea "case green" sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea e dopo 20 giorni entrerà in vigore. Gli Stati membri avranno due anni di tempo per decidere su quali edifici intervenire. Tuttavia, nonostante le esenzioni già previste, la riqualificazione dovrà coinvolgere migliaia di abitazioni. Per l'Italia la situazione si complica soprattutto dopo la sospensione del Superbonus al 110% che avrebbe dovuto favorire il salto di due classi energetiche. Finora solo circa 500 mila edifici hanno usufruito del bonus, un numero molto inferiore ai 9 milioni stimati dalla Banca d'Italia. Un rapporto dell'Enea del 2023 riguardante gli interventi effettuati con il Superbonus fino alla fine del 2022 elenca le riqualificazioni più comuni e i loro effetti sui costi e sul risparmio energetico.

Nonostante l'ingente investimento nel Superbonus (160 miliardi di euro alla fine di marzo), non tutti gli interventi portano allo stesso livello di risparmio in euro. Ad esempio, mentre l'installazione del cappotto termico su oltre 222 mila edifici ha un costo annuo di 5,47 euro per kilowatt-ora (kWh), la sostituzione degli infissi (con 458.705 interventi e un risparmio energetico di 1.138,68 gigawatt-ora, GWh), ha un costo finale di 10,98 euro per kWh, risultando quindi meno efficiente in rapporto ai costi. Le tende, le schermature solari o le veneziane risultano ancora meno efficienti, con un costo di 18,59 euro per kWh, nonostante quasi 82 mila interventi abbiano portato solo a un risparmio energetico di 30,28 GWh. Le 161.567 caldaie a condensazione hanno un costo di 5,24 euro per kWh, mentre i generatori di aria calda a condensazione hanno un costo maggiore di 9,18 euro per kWh. Dal 2025, solo i sistemi di riscaldamento ibrido potranno beneficiare di agevolazioni, mentre dal 2040 le caldaie a gas saranno obsolete. Dai dati Enea emerge anche che sono state installate quasi 200.000 pompe di calore a compressione di vapore elettriche, con un risparmio energetico di 1.0°0,34 GWh e un costo annuo di 3,39 euro per kWh.

Risparmi energetici con costi così differenti potrebbero portare a una differenziazione nell'erogazione dei futuri bonus (già richiesti da associazioni di categoria e consumatori) e a una revisione delle agevolazioni, con l'idea di introdurre detrazioni fiscali per redditi più elevati e un sostegno diretto dello Stato per quelli più bassi, come annunciato dal ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin al Corriere: "Gli incentivi devono essere indirizzati verso ciò che è necessario".

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