Draghi dà una sveglia all'Ue: "Bruxelles non rinvii le decisioni. Con Trump cambieranno le cose, dovremmo prenderne atto"

L'ex premier al vertice informale di Budapest ribadisce che all'Europa, dopo l'elezione di Trump, serve spirito unitario. E sul Pil "è possibile" spendere il 2% del Pil per la difesa rispettando il Patto

di redaizone

Mario Draghi

Economia

Post vota Usa, l'allarme di Draghi al vertice informale di Budapest: "L'Europa non può più rinviare le decisioni" 

Mario Draghi si riprende la scena politica e torna a dare una sveglia all'Europa. Dopo aver presentato nemmeno due mesi fa un report sulla competitività Ue, che traccia quello che dovrà essere il futuro economico-politico dell'Unione, l'ex premier lancia il suo allarme a Bruxelles: con Donald Trump nuovo presidente degli Stati Uniti d'America i rapporti Ue-Usa cambieranno, l'Europa deve quindi rispettare la deadline e perseguire i suoi obiettivi strategici. 

"Non c'è alcun dubbio che la presidenza Trump farà grande differenza nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l'Europa. Non necessariamente tutto in senso negativo, ma certamente noi dovremo prenderne atto", ha detto Draghi arrivando al vertice Ue informale di Budapest.  La nuova amministrazione Trump "sicuramente darà grande impulso ulteriore al cosiddetto high tech, dove noi siamo già molto indietro, e questo è il settore trainante della produttività. Già ora la differenza della produttività tra gli Stati Uniti e l'Europa è molto ampia, quindi noi dovremo agire", ha spiegato Draghi, ricordando che "gran parte delle indicazioni" del suo report sulla competitività sono incentrate su questo tema. "Trump darà tanto impulso nei settori innovativi e proteggerà molto le industrie tradizionali, quelle dove noi esportiamo di più negli Stati Uniti. E quindi dovremo negoziare con l'alleato americano, con uno spirito unitario in maniera tale da proteggere anche i nostri produttori europei", ha sottolineato Draghi. 

"Ci sono grandi cambiamenti in vista e credo che quello che l'Europa non può più fare è posporre le decisioni. Come avete visto in tutti questi anni si sono posposte tante decisioni importanti perché aspettavamo il consenso. Il consenso non è venuto, è arrivata solo uno sviluppo più basso, una crescita minore, oggi una stagnazione", ha aggiunto l'ex premier. "Mi auguro che ritroveremo uno spirito unitario", ha sottolineato. 

Sul capitolo Pil-crescita, Draghi ha precisato che "è possibile" spendere il 2% del Pil per la difesa rispettando il Patto di stabilità, "bisognerà prendere tutta una serie di decisioni: oggi bisogna decidere cosa fare perché questa è la nuova situazione". Mentre il debito comune "è necessario per alcuni progetti di comune interesse europeo, ed è previsto che per questi progetti vi sia finanziamento comune, un esempio sono le interconnessioni nel campo dell'energia", ha ribadito Draghi che poi ha precisato che "quello che il report" sulla competitività Ue "dice è che ci sono moltissime altre decisioni che si possono prendere senza affrontare immediatamente il problema del finanziamento pubblico comune". 

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