Ebury, una piattaforma da 30000 milioni di transazioni bancarie per le PMI
Nata in una via di Londra, ora con il Banco Santander impegnata in tutto il mondo
Ebury, la fintech a sostegno delle PMI nel mondo
“Una piattaforma da 30000 milioni di transazioni finanziarie a sostegno delle PMI in tutto il mondo “ è il cuore e il core business di Ebury, la fintech creata nel 2009 a Londra da Juan Lobato e Salvador García. La società, una finanziaria con un forte contenuto tecnologico, ha preso il nome dalla strada londinese che ha ospitato il primo ufficio. Ebury accompagna le PMI di tutto il mondo nelle attività di commercio estero. Si occupa di pagamenti e incassi internazionali, gestione del rischio,cambi di valuta, gestione della liquidità e prestiti commerciali. La crescita della società è ben spiegata dal Ceo, Juan Lobato “Abbiamo cominciato in UK, prima nel Regno Unito, poi in Spagna e Amsterdam. 1 milione di euro come capitale iniziale da parte della Junta de Andalucía e un headquarter a Malaga. Nel 2010 con il supporto del fondo di venture capital Vitruvian ci siamo allargati in tutte le capitali europee”.
Ebury, un grande expertise sui cambi di valuta
Lo spazio di business è stato favorito dal modesto servizio che le grandi banche fornivano alle PMI nelle loro operazioni estere.L’expertise sul commercio elettronico ed in particolare sui cambia di valuta ha permesso alla società di prendere rapidamente una fetta di mercato. E poi pietra miliare dell’espansione di Ebury è stato l’ingresso nel capitale del Banco Santander. 400 milioni per il 54% delle azioni e tutta l’esperienza del grande Istituto sui mercati finanziari extra Europa. E adesso sembra che il volano dell’espansione sia partito. Infatti nell’anno passato, Ebury, oltre ad un centro di formazione a Malaga, ha aperto uffici a Dublino, Praga, Stoccolma, Montreal, Santiago del Cile e Shenzhen in Cina. Molte le “mergers & acquisitions” compiute. Tra queste la banca brasiliana Bexs, Trans Skills Investment in Medio Oriente (elaborazione delle buste paga) e Prime Financial in Sud Africa ( consulenza e intermediazione nel settore della tesoreria). La nuova strategia di Ebury è piuttosto chiara “Vogliamo aumentare la nostra presenza in Africa dove la crescita della popolazione prevista è impressionante. Cerchiamo di offrire ai nostri clienti il tasso di cambio più competitivo perchè sappiamo come l’inefficienza in termini di valute è molto grave per il commercio internazionale”.
Ebury, le PMI i maggiori clienti della società tecnologica
Quali sono i clienti tipo di Ebury? “Principalmente realtà industriali con un fatturato dai 5 ai 100 milioni di euro, non sostenute dal sistema bancario tradizionale nelle loro operazioni commerciali internazionali-sottolinea il Ceo della compagnia-si tratta di aziende con una crescita annua del 20% o 30%”. La tecnologia è il motore del fintech. La compagnia ha circa 2000 dipendenti con un’età media di 33 anni. 400 sono sviluppatori informatici e 600 commerciali, in 40 uffici nel mondo. Nel 2025 è prevista la quotazione in borsa. Nel 2023 i ricavi sono cresciuti dell'85% (204 milioni di sterline). Ebitda di 16 milioni di sterline, che contrasta con le perdite operative di 34,1 milioni di sterline registrate l'anno precedente. Attualmente la valutazione interna è di 2000 milioni di euro. Da ultimo il sogno, per Ebury, sarebbe di arrivare all’euro digitale considerato una grande opportunità per gli enti finanziari . Opportunità per finire di pesare sulle casse pubbliche con le loro crisi cicliche. “Per noi-conclude Lobato-potrebbe essere molto positivo. Renderebbe più economico il movimento delle monete verso le aziende e ci aiuterebbe. Ma presenta altri vantaggi, poiché cambierebbe il mondo bancario. Maggiore controllo delle banche centrali per vedere come il denaro si muove e viene speso. Ciò vorrebbe dire ridurre di moltissimo il rischio sistemico del sistema bancario evitando i costi pubblici delle crisi”.